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    Antonio Megalizzi sognava una radio d’Europa per raccontare le diversità e l’integrazione

    Antonio Megalizzi in diretta radio da Strasburgo

    Il reporter italiano morto nell'attentato di Strasburgo era responsabile di un format rivolto ai giovani sulle vicende europee

    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 14 Dic. 2018 alle 20:06 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 23:49

    Voleva raccontare le differenze e le diversità nell’Europa della generazione Erasmus, ma un “signore” dell’odio e del terrore gli ha distrutto il microfono.

    Antonio Megalizzi, il giornalista trentino di 28 anni morto nell’attentato di Strasburgo, era un sognatore. Stava mettendo tutte le sue energie nel progetto di un’emittente europea: Europhonica. Quando si tiene la plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo, una volta al mese, Europhonica trasmette in diretta e Antonio era nella città francese proprio per registrare i più importanti interventi dell’emiciclo dal 10 al 13 dicembre 2018.

    Idee nuove con un mezzo intramontabile: la radio. Megalizzi era stato selezionato per formare la prima redazione europea universitaria totalmente on air. Una piattaforma di podcast multilingue, portata avanti da volontari potenzialmente proveniente da tutti i paesi europei. I colleghi hanno raccontato sui social: “Proprio quest’anno era diventato responsabile del progetto. Ma è stato sempre con noi fin dall’inizio”.

    È il 2015 quando Antonio, insieme a un gruppo di coetanei si mette in testa di formare un network di microfoni senza confini. Con RadUni, associazione italiana operatori radiofonici universitari, partecipa e vince un bando europeo. A spingere la redazione di appassionati a ingrandirsi è l’attacco terroristico che avviene in quell’anno: la strage al Bataclan di Parigi, in cui un’altra giovane italiana, Valeria Solesin, volontaria di Emergency, viene colpita. Antonio percepisce il bisogno di un’Europa diversa e con i suoi amici capiscono che Europhonica può diventarne il megafono. L’obiettivo? Dare voce all’Europa dei giovani che non si arrendono attraverso il giornalismo partecipativo.

    La squadra editoriale internazionale della quale Antonio faceva parte è composta da giovani provenienti da Francia (Radio Campus Francia), Italia (RadUni), Spagna (ARU), Portogallo (RUA FM e RUM) e Germania. Una rete Fm e online di dimensioni sovranazionali, coordinata da Campus Radio France (FR), leader del progetto.

    Ogni paese gestisce un’ora di trasmissione dal “Vox Box” nel Parlamento europeo di Strasburgo, ospitando deputati e altri esponenti di spicco. Il pluralismo è la parola d’ordine: nelle lingue, perché ogni speaker parla nel suo idioma originale e anche nei temi europei perché vengono affrontate senza veli le questioni di cittadinanza, immigrazione, politiche agricole, politiche giovanili e diritti dei cittadini.

    Forse, la vera Europa non è solo quella delle istituzioni, della burocrazia e dell’austerity criticata da molti politici. Non è solo quella colpita nel profondo dalle violenze degli attentati. C’è un’Europa di giovani che sognano in grande, che dello scambio hanno fatto la loro identità. Europhonica ha un compito importante: continuare ad accendere i suoi microfoni per raccontarla.

     

     

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