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Tav, l’analisi costi-benefici boccia il progetto: “Spreco di denaro pubblico”

Ci sarebbe una sproporzione di costi di almeno 5,7 miliardi rispetto ai benefici e vi è il rischio che il divario arrivi a toccare gli 8 miliardi

Di Futura D'Aprile
Pubblicato il 12 Feb. 2019 alle 13:04 Aggiornato il 12 Feb. 2019 alle 13:33

Secondo l’analisi costi-benefici sulla linea alta velocità Torino-Lione, il progetto sarebbe un “enorme spreco di soldi pubblici. I costi superano i benefici di una cifra compresa tra i 7 e gli 8 miliardi”. 

La commissione di esperti guidata dal  professor Marco Ponti ha infatti rivelato che ci sarebbe una sproporzione di costi di almeno 5,7 miliardi rispetto ai benefici e vi è il rischio che il divario arrivi a toccare gli 8 miliardi.

I risultati dell’analisi sono fondamentali per il Movimento 5 Stelle e per il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli per decidere se proseguire o meno nella realizzazione dell’opera.

Rapporto costi benefici

I tecnici hanno considerato due scenari, uno ottimistico e uno realistico.

Il primo ipotizza un aumento di 25 volte del traffico merci ferroviario Torino-Lione e un incremento dei passeggeri che da 700mila dovrebbero passare a 4,6 milioni, oltre allo spostamento di una parte del flusso che attualmente transita per Ventimiglia, il traforo del Fréjus e per il Monte Bianco sulla nuova linea. In questo caso il saldo negativo si aggirerebbe intorno ai 7,8 miliardi.

Lo scenario realistico prevede invece una crescita su base annua dell’1,5 per cento (contro un ottimistico 2,5) e un passaggio dei flussi verso la Torino-Lione inferiore rispetto alla prospettiva ottimistica. Anche in questo caso però il saldo negativo sarebbe di 7 miliardi, che sale ad 8 se si considera anche il miliardo e mezzo già speso per l’opera.

Nei costi della realizzazione dell’alta velocità sono anche considerati i mancati introiti su benzina e pedaggi autostradali che sarebbero causati da uno spostamento del traffico di persone e merci da una linea all’altra. In totale, la perdita sulle accise potrebbe raggiungere l’1,6 miliardi, mentre si rischia di perdere più di 3 miliardi per il mancato pedaggio.

Benefici ambientali

L’analisi presentata al Mit delude anche dal punto di vista dei benefici ambientali. L’opera infatti produrrò una diminuzione di soli 7-800mila tonnellate annue di anidride carbonica. Un impatto quindi esiguo sull’ambiente.

Penali

Se il governo dovesse decidere di non realizzare più l’opera, tra penali e rimborsi il costo massimo sarebbe di 4,2 miliardi.

La stima è stata fatta sommando gli importi contenuti nella Relazione tecnico giuridica dell’analisi sulla Tav e in molti casi gli importi indicati come massimi difficilmente saranno raggiunti. In ogni caso, i tecnici specificano che determinare in maniera netta i costi è difficile perché ci sono variabili dipendenti da “più soggetti sovrani”.

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