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    Amazon, lo sciopero dei corrieri: “Ritmi di lavoro estenuanti”

    Credit: Afp/Ina Fassbender/dpa

    Protesta di 4 ore in Lombardia. La replica dell'azienda: "Tutto regolare"

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 26 Feb. 2019 alle 10:47 Aggiornato il 26 Feb. 2019 alle 10:47

    Martedì 26 febbraio 2019 giornata di sciopero per le consegne Amazon, in Lombardia. I corrieri della multinazionale incrociano le braccia per protestare contro i carichi di lavoro a cui sono sottoposti. Lo sciopero è stato indetto dai sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti. Amazon replica che non c’è nulla di irregolare e che i driver ricevono compensi adeguati.

    La protesta dura dalle 10 alle 14 con una manifestazione sotto la sede del colosso digitale delle consegne a domicilio, in piazza 25 Aprile a Milano. Presente anche il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.

    “Torniamo a scioperare nella filiera di Amazon per denunciare i carichi di lavoro a cui sono sottoposti i driver che tutti i giorni consegnano i pacchi nelle case dei consumatori digitali”, si legge nella nota congiunta di Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti.

    Secondo i sindacati, la multinazionale fondata da Jeff Bezos impone ai corrieri ritmi di lavoro estenuanti, con un numero di pacchi consegnati che arriva anche al doppio della media. Un sovraccarico, sottolineano le sigle, “che mette a rischio non solo la sicurezza dei lavoratori, ma anche la qualità del servizio offerto”.

    I lavoratori denunciano che tra novembre e dicembre 2018 il numero dei dipendenti assunti per le consegne dalle aziende in appalto è triplicato, ma sono state tutte assunzioni a tempo determinato: dopo Natale, a decine di driver non sarebbe stato rinnovato il contratto. “Le quote di mercato conquistate da Amazon aumentano ma non ne consegue un efficiente incremento del personale”, fanno notare Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti.

    Amazon replica con una nota in cui sostiene che le consegne vengono effettivamente appaltate attraverso piccole e medie imprese specializzate, che devono però “rispettare il Codice di condotta dei fornitori e garantire che gli autisti ricevano compensi adeguati”. Queste imprese, sottolinea ancora la multinazionale, devono garantire che i corrieri   “siano trattati con rispetto, si attengano a tutte le normative vigenti e al codice della strada, e guidino in modo sicuro”.

    Quanto ai presunti carichi di lavoro, il colosso dell’e-commerce spiega che “il numero di pacchi da consegnare è assegnato ai fornitori di servizi di consegna in maniera appropriata e si basa sulla densità dell’area in cui devono essere effettuate le consegne, sulle ore di lavoro, sulla distanza che devono percorrere”.

    E ancora: “Circa il 90 per cento degli autisti termina la propria giornata di lavoro prima delle 9 ore previste. Nel caso in cui venga richiesto straordinario, viene pagato il 30 per cento in più, come previsto dal contratto nazionale Trasporti e Logistica”.

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