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Migranti, almeno 23 morti per il naufragio di un gommone al largo del Mediterraneo

Un gommone partito dalle coste libiche e diretto in Italia è affondato. 64 persone risultano sopravvissute ma sono ancora decine i dispersi in mare

Di Lara Tomasetta
Pubblicato il 3 Nov. 2017 alle 20:26 Aggiornato il 3 Nov. 2017 alle 21:04

I corpi senza vita di 23 persone sono stati recuperati dalla nave spagnola Cantabria al largo del Mediterraneo il 3 novembre 2017.

Il personale della nave impegnata nella missione Sophia della marina militare”Eunavfor Med”, sotto il coordinamento della guardia costiera italiana, aveva appena salvato 140 persone su un’altra imbarcazione quando si è accorta di un gommone ormai semiaffondato e dei corpi dispersi in mare.

Attualmente sono stati recuperati 23 cadaveri, 64 persone risultano sopravvissute ma sono ancora decine i dispersi in mare. A dare notizia del naufragio dell’imbarcazione partita dalle coste africane e diretta verso l’Italia è stato il dispositivo Eunavformed a cui appartiene la nave che ha partecipato ai soccorsi. Dalle prime testimonianze dei 64 superstiti, a bordo del gommone partito dalla Libia erano più di cento. Se così fosse, ci sarebbero anche diversi dispersi.

Secondo quanto reso noto da Eunavfor Med con un post su Facebook, l’equipaggio di un elicottero Ab 212 imbarcato sulla nave militare spagnola ha notato il gommone semiaffondato e ha visto persone in mare durante una perlustrazione sul Mediterraneo.

Avviati i soccorsi, coordinati dalla centrale operativa di Roma della Guardia costiera, la nave spagnola ha raggiunto l’area del naufragio: sono stati così presi a bordo i sopravvissuti e recuperati i cadaveri.

Finora le attività della missione Sophia hanno permesso di consegnare alle autorità italiane 117 sospetti trafficanti e di evitare che 497 barconi potessero tornare nelle mani degli scafisti. Oltre 41.500 persone sono state salvate in 278 operazioni di salvataggio coordinate dalla guardia costiera italiana.

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