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Coronavirus, il durissimo attacco di Cgil, Cisl e Uil: “Regione Lombardia: vergogna!”

La Regione Lombardia (Credit: ANSA)

I sindacati contro l'indicazione di autocertificare la propria temperatura basale e il proprio stato di salute: "Servono i dispositivi di protezione individuale. Così invece si scarica la responsabilità sui lavoratori"

Di Lorenzo Zacchetti
Pubblicato il 24 Mar. 2020 alle 20:46

Coronavirus, il durissimo attacco di Cgil, Cisl e Uil alla Regione Lombardia

E’ un’altra giornata nera per la Lombardia, attanagliata dalla diffusione del Coronavirus. Il nuovo aumento dei casi registrati e il suicidio di un’infermiera del San Gerardo di Monza, positiva al tampone, portano la tensione alle stelle. I lavoratori del settore Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil attaccano duramente la Regione Lombardia, colpevole, a loro avviso, di scaricare su di loro la responsabilità di non aver finora garantito protezioni adeguate contro il COVID-19.

“Mentre noi continuiamo a denunciare che alle operatrici e agli operatori della sanità e del socio sanitario assistenziale, ai medici di medicina generale e delle cure primarie, a tutto il personale che, in prima fila, sta fronteggiando il Covid-19, mancano i dispositivi di protezione individuale, Regione Lombardia cosa fa? Scarica su di loro, con tanto di delibera, le responsabilità. Attraverso l’ultima delibera regionale si chiede a lavoratrici e lavoratori di autocertificare la propria temperatura basale e il proprio stato di salute e così stanno procedendo le Asst sul territorio, scaricando su chi lavora e rischia il contagio (ma ormai siamo oltre il rischio, come riporta anche la stampa, con i dati drammatici dei morti e il numero crescente di personale contagiato) le responsabilità penali” , hanno evidenziato in una nota.

“Regione Lombardia prima annuncia misure a tutela della salute delle lavoratrici e dei lavoratori e poi, alla prova dei fatti, li prende in giro. È inaccettabile. Quotidianamente riceviamo segnalazioni che nelle varie strutture si fa uso anche di mascherine fatte con gli assorbenti o fascette di carta velina, di calzari fatti con i sacchi della spazzatura (col rischio pure di scivolare) in mancanza di dispositivi di protezione ad hoc. Questo è rispetto? Questa è tutela? E ora lavoratrici e lavoratori devono pure assumersi il carico dell’eventuale contagio?”, scrivono i sindacati.

“Si metta subito fine a questa vergogna, che scredita come non mai l’istituzione lombarda. Medici, infermieri, tecnici, operatori socio sanitari e ogni altro lavoratore e lavoratrice delle strutture ospedaliere pubbliche e private, ASP, RSA, inclusi i dipendenti delle cooperative sociali, in quanto particolarmente esposti al contagio vanno protetti e monitorati attraverso i tamponi. Lo ribadiamo: va adottata una profilassi specifica. In più stanno aumentando la fatica e lo stress tra il personale. Notizie come quella di oggi, il suicidio di una giovane infermiera dell’Ospedale San Gerardo di Monza perché, pare, positiva al Coronavirus, sono una ferita profonda. Esprimiamo cordoglio ai familiari e solidarietà e vicinanza a lavoratrici e lavoratori di tutto l’ospedale. A Regione diciamo: questo è un preciso segnale cui provvedere, anche qui, da subito”.

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