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    Governo Pd-M5S, Barillari a TPI: “Nel Movimento tanti sono pronti a lasciare”

    Intervista a Davide Barillari, esponente M5S del Consiglio regionale del Lazio e uno dei più aspri oppositori di Nicola Zingaretti

    Di Sara Dellabella
    Pubblicato il 29 Ago. 2019 alle 12:21 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:57

    Governo Pd-M5S, Barillari a TPI: “Nel Movimento tanti sono pronti a lasciare”

    “L’alleanza con il Pd la pagheremo alle prossime elezioni. Quello che faremo io e altri sarà decidere se restare oppure no, ma sicuramente non andremo in altri partiti né ne fonderemo altri”. A parlare è Davide Barillari, la voce più critica del Movimento 5 stelle in queste ore (qui gli aggiornamenti sulla formazione del governo Pd-M5S).

    Da sei anni siede nel Consiglio regionale del Lazio ed è uno dei più aspri oppositori di Nicola Zingaretti, tanto che due giorni fa sul suo Facebook ha scritto: “Sono nato 5 stelle e di sicuro non morirò piddino”. TPI lo ha intervistato per capire l’aria che tira all’interno del Movimento e se con un esecutivo giallo rosso si rischia davvero una scissione.

    Che aria si respira all’interno del Movimento 5 stelle?

    C’è una discussione accesa tra i vari livelli, sia a livello regionale, sia nelle varie chat interne con cui ci confrontiamo con il gruppo romano e con i cittadini. C’è un gruppo di portavoce ampio che è critico come lo sono i cittadini stessi.

    La strada del governo giallo rosso, salvo colpi di scena, sembra in discesa. Se si dovesse arrivare al varo si aprirebbe una fase nuova nel Movimento?

    Intanto, questo sarebbe un governo giallo rosa, perché di rosso credo che ci sia poco. Bisogna vedere su cosa riusciremo a collaborare, io ho molte perplessità su tantissimi punti programmatici. Noi siamo nati come alternativi ai partiti e da sei anni vedo che con il Pd non si riesce a collaborare. Questa è la mia esperienza. Quando ci scontriamo su temi concreti siamo diversi. Sono preoccupato per questo governo e non vedo lunghe prospettive.

    Ma lei si dimette o no?

    Ci stiamo riflettendo. Non sono l’unico ad avere grossi dubbi, ma anche altri a livello nazionale e tanti a livello comunale. Tanti vedono questo accordo come un tradimento ai nostri principi fondanti. Noi siamo nati contro il sistema dei partiti corrotti e il Pd, sia con Mafia Capitale sia con Bibbiano, mostra di essere sempre coinvolto in questi scandali.

    Quindi era meglio essere alleati con la Lega?

    Di cosa era meglio se ne parla sui social da tre giorni. In realtà, l’errore è stato scendere a compromessi sia con la Lega, sia con il PD. È sbagliato scegliere, sono tutti e due partiti corrotti e fanno parte di un sistema che ha difeso interessi che non sono quelli dell’Italia. La Lega specula sull’immigrazione e il Pd sulla finanza. Noi dovevamo essere alternativi questi partiti e invece stiamo un po’ di qua e un po’ di là. È questo che lascia perplessi.

    Come cambierà il suo ruolo alla Regione Lazio, se il Pd e il Movimento diventassero alleati?

    Da sei anni combatto Zingaretti in aula e da domani potrei non farlo più. Ma se posso combatterlo rimango al mio posto, sennò andrò via e arriverà qualche altro.

    Ha paura di essere all’opposizione con le mani legate?

    Qualche dubbio lo avevo anche prima che ci fosse un’opposizione morbida, adesso sicuramente nel consiglio regionale del Lazio non saremo più liberi come potevamo esserlo prima.

    Nel tavolo delle trattative con il Pd, siede un suo ex collega, Gianluca Perilli che per anni ha condotto una dura opposizione a Zingaretti. Lo ha sentito in questi giorni?

    Anche lui è molto preoccupato. Nessuno vive bene questa cosa. Non credo che nel Movimento ci sia qualcuno che accoglie a braccia aperte il PD, a parte Elena Fattori.

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