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Tommaso Paradiso: “Salvini? Predica baci e abbracci e poi fa il bullo sui social”

Di Marco Nepi
Pubblicato il 26 Giu. 2019 alle 13:42 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:25

tommaso paradiso salvini bullo social – Tommaso Paradiso, il frontman dei Thegiornalisti, il gruppo del momento, tira le somme sull’ultimo anno di tour in giro per l’Italia. E il bilancio è positivo, come sembrano suggerire il pienone ai concerti e il numero dei biglietti staccati al botteghino. In un’intervista al quotidiano La Stampa, il cantante parla di musica e delle trasformazioni che hanno cambiato l’immagine del gruppo, passato da essere considerato hindi a mainstream.

E non nasconde i commenti (polemici) nei confronti dell’attuale governo. “Sono preoccupato che in un momento di crisi si alzino i toni, perché come insegna Aristotele in ogni uomo c’è una metà razionale e una bestiale. Non vorrei ritrovarmi con la caccia all’uomo per strada”, racconta Paradiso che prima della carriera musicale si è laureato in filosofia.

“Non puoi predicare bacioni e abbracci come Salvini e poi sui social fai bullizzare tutti. La colpa della situazione attuale è anche di chi, come la sinistra, non ha saputo cogliere certi momenti storici”, aggiunge.

E se Paradiso ha le idee chiare sulla politica, non dimentica di fare chiarezza sul percorso artistico che si nasconde dietro la scrittura di un brano musicale.

tommaso paradiso salvini bullo social – “Le nostre canzoni sono un mix di tradizione rasserenante e di innovazione. Non ci sono obiettivi, se no sarebbe arte contraffatta”, spiega Paradiso. E aggiunge: “La canzone è un atto puro. Non è che mi metto al piano e dico oggi ne faccio una nuova. Succede quando mi colpisce un’esperienza, un’amicizia, una vacanza, un amore, un film, e la provo a tirare fuori e a trasmettere nel mio modo. Sono concetti che voglio esprimere per la necessità di comunicare”.

Ma un ripensamento c’è. Ed è sul nome del gruppo. Quando è stato scelto Thegiornalisti, alla base c’era l’idea di volere “parlare di argomenti concreti”. Oggi, però, la situazione sembra cambiata. Se sono soddisfatto del nome oggi? No, ma se un figlio mi nasce scemo mica lo cambio. Solo che quando ci chiamano sembra una barzelletta”.

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