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Perché crediamo ancora nelle superstizioni: c’è una spiegazione scientifica

Sebbene non esista un'unica definizione di superstizione generalmente significa credere nelle forze soprannaturali come il destino, il desiderio di influenzare fattori imprevedibili e la necessità di combattere l'incertezza.

Dai cornetti ai ferri di cavallo e i quadrifogli, passando per gli amuleti e talismani: ecco perché secondo la scienza alcune persone sono scaramantiche e superstiziose

Di Clarissa Valia
Pubblicato il 9 Lug. 2018 alle 15:31 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 18:23

Il numero 13, i gatti neri, lo specchio in frantumi o camminare sotto le scale sono tra le più popolari superstizioni in tutto il mondo. Negli Stati Uniti il 25 per cento delle persone si considerano superstiziose.

La superstizione spiega anche perché molti edifici non hanno il 13esimo piano, preferendo etichettarlo come 14, 14A 12B sui pannelli degli ascensori a causa delle preoccupazioni degli inquilini superstiziosi.

Alcune compagnie aeree come Air France e Lufthansa non hanno una 13esima fila. Lufthansa non ha nemmeno la 17 esima fila, perché in Italia e in Brasile, il tipico numero sfortunato è il 17 e non il 13.

Ma che cos’è la superstizione?

Sebbene non esista un’unica definizione di superstizione generalmente significa credere nelle forze soprannaturali come il destino, il desiderio di influenzare fattori imprevedibili e la necessità di combattere l’incertezza.

In questo modo le credenze e le esperienze individuali guidano le superstizioni, il che spiega perché sono generalmente irrazionali e spesso sfidano l’attuale saggezza scientifica.

Gli psicologi che hanno studiato il ruolo giocato dalle superstizioni hanno scoperto che derivano dal presupposto che esista una connessione tra eventi concomitanti e non correlati. Per esempio, l’idea che gli incantesimi promuovano la fortuna o che possano proteggere dalla sfortuna.

Per molte persone i comportamenti superstiziosi creano un senso di controllo e riducono l’ansia, motivo per cui i livelli di superstizione aumentano nei momenti di stress e angoscia.

Questo è particolarmente vero nei periodi di crisi economica e di incertezza sociale, in particolare nel corso di guerre e conflitti.

I ricercatori hanno scoperto infatti che in Germania tra il 1918 e il 1940 le misure di minaccia economica erano direttamente correlate alle misure di superstizione.

Le credenze popolari legate alle superstizioni hanno dimostrato di contribuire a promuovere un atteggiamento mentale positivo, sebbene possano portare a decisioni irrazionali come affidarsi ai meriti di buona fortuna e destino piuttosto che prendere decisioni sensate.

Portare amleti, indossare determinati vestiti, visitare luoghi associati alla fortuna, preferire colori specifici e usare numeri particolari sono tutti elementi legati alla superstizione. E anche se questi comportamenti possono apparire per alcuni banali, per altre possono spesso influenzare le scelte fatte nel mondo reale.

Le superstizioni possono anche far sorgere l’idea che oggetti e luoghi siano maledetti, come per la Maledizione dei Faraoni, che si dice venga gettata su qualsiasi persona che disturba la mummia dei faraoni dell’antico Egitto.

Anche i numeri sono spesso associati alle maledizioni e alla sfortuna. Ad esempio, la sequenza 666 in una targa è spesso legata a storie di disgrazie. Il caso più famoso è stato il numero di targa ” ARK 666Y “, che si ritiene abbia causato incendi di veicoli misteriosi e “vibrazioni negative” per i passeggeri.

Superstizioni sportive

La superstizione è anche molto diffusa nello sport, specialmente in situazioni altamente competitive. Quattro su cinque atleti professionisti hanno confessato che prima delle competizioni campione gesti scaramantici.

Nello sport le superstizioni hanno dimostrato di ridurre la tensione e forniscono anche un senso di controllo su fattori imprevedibili e casuali.

Gli sportivi famosi mostrano spesso comportamenti superstiziosi, la leggenda del basket Michael Jordan ha nascosto i suoi fortunati shorts della Carolina del Nord sotto il suo kit del team dei Chicago Bulls durante le partite. Allo stesso modo, la leggenda del tennis Björn Borg, a quanto si dice, indossava la stessa marca di una camicia quando si preparava per Wimbledon.

Rafael Nadal ha una serie di rituali che esegue ogni volta che gioca, il modo in cui posiziona le sue bottiglie d’acqua per esempio. Nadal crede che questi rituali lo aiutino a trovare la concentrazione, il focus per la sua performance sportiva.

Tutto questo dimostra che le superstizioni possono fornire rassicurazione e possono aiutare a ridurre l’ansia in alcune persone.

Gli scienziati hanno dimostrato che le azioni associate alle superstizioni possono anche diventare auto-rinforzanti, in quanto il comportamento si sviluppa in un’abitudine e l’incapacità di eseguire il rituale può effettivamente portare all’ansia.

Anche se bisogna sempre tenere a mente che il risultato effettivo di un evento o di una situazione dipende sempre e prima di tutto da fattori noti, piuttosto che da forze soprannaturali sconosciute.

Quindi la prossima volta che rompi uno specchio, un gatto nero ti attraversa la strada o incontri il numero 13 non preoccuparti troppo della “sfortuna”, perché molto probabilmente è solo un trucco della mente.

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