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Lilli e il Vagabondo, il remake censura i due gatti siamesi: ecco perché

Di Francesca Ceccarelli
Pubblicato il 14 Mag. 2019 alle 15:06 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:45

Siamesi Lilli e il Vagabondo | Per gli amanti dei classici Disney è tempo di belle novità: dopo il remake di Dumbo con la regia di Tim Burton, in arrivo il prossimo 12 novembre sulla piattaforma Disney Plus il riadattamento in versione live action di Lilly e il Vagabondo, rispettivamente Tessa Thompson e Justin Theroux, diretto da Charlie Bean.

Stessa storia, stesse emozioni ma un particolare, non di poco conto, che non non sfuggirà ai fan: la canzone intonata dai due perfidi gatti siamesi, Si e Am non ci sarà.  

Se infatti nel 1955 i due personaggi non destavano problemi alla sceneggiatura del film, oggi pare siano politicamente scorretti in quanto esprimerebbero discriminazione razziale nei confronti degli asiatici.

Secondo il magazine di settore Variety, Disney ha chiesto alla cantautrice statunitense vincitrice ai grammy Janelle Monáe e membro del collettivo Wondaland, di realizzare due nuove canzoni da inserire nella colonna sonora del remake vista l’assenza importante della scena con i due felini. 

Siamesi Lilli e il Vagabondo | Censurata la canzone dei due gatti

Stiamo lavorando con il team di Wondaland per la sua grande capacità creativa e siamo sicuri rispetteranno a pieno lo storytelling del film. Così commenta Kaykin Frank, il vice presidente del comparto colonne sonore della Disney.

Siamesi Lilli e il Vagabondo | Ecco la canzone censurata

Nel 2013 la canzone dei gatti siamesi era stata analizzata da Marcus Hunter che sul blog culturale Flavorwire aveva notato come i due personaggi rispecchiassero la paura per il “diverso” che aleggiava negli Stati Uniti nel post Seconda guerra mondiale.

Non avevano individualità; i loro innocenti occhi azzurri si trasformavano in uno sguardo sinistro non appena diventavano a mandorla. Sono invidiosi e subdoli: incarnano “l’incubo del colonizzatore”.  

I due mici nel 2019 appaiono potenzialmente offensivi soprattutto considerando anche l’enorme influenza che il mercato asiatico ha per il successo delle pellicole di Hollywood.

Non è la prima volta che la Disney reinterpreta uno dei suoi classici creando dei casi: chi non ricorderà le polemiche attorno al regista Bill Condon che nel remake de La Bella e la Bestia con Emma Watson aggiunse il personaggio di Le Fou, il primo apertamente omosessuale in un film di animazione.

E ancora nel rifacimento di Dumbo non compare Jim Crow, il corvo chiamato con il nome delle leggi che imponevano la segregazione razziale nel Sud degli Stati Uniti.

Il vento vintage che ha coinvolto gli sceneggiatori Disney non finisce qui: oltre Lilli e il Vagabondo, in arrivo Aladdin (in Italia dal 22 maggio) e Il Re Leone, al cinema il 21 agosto.

E ancora, sono previsti rifacimenti de Il gobbo di Notre Dame, Mulan, Pinocchio, Peter Pan, La spada nella roccia, Lilo e Stitch, La sirenetta, Bancaneve e i sette nani.

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