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La gaffe di Renato Zero su Chiara Ferragni: “C’è una competizione insana di voler somigliare a Sara Ferragni. Ah, si chiama Chiara?”

Renato Zero e Chiara Ferragni
Di Clarissa Valia
Pubblicato il 1 Ott. 2019 alle 16:02

Renato Zero, nuovo album Zero il Folle con stoccata a Chiara Ferragni

In occasione del suo compleanno e della presentazione del nuovo album, Renato Zero ha parlato anche di Chiara Ferragni e dell’influenza che hanno i social network sulle nostre vite.

“Io per cercare le persone uso ancora il citofono e al lettino dello psicologo preferisco il bancone del pizzicagnolo, che ti ascolta e ti dà la sensazione che a tutto ci sia soluzione” racconta il cantante romano alla presentazione del disco Zero il Folle, in uscita il 4 ottobre.

All’Auditorium Parco della Musica di Roma, Renato Zero ha presentato il nuovo album alla stampa, fan e gli amici del Piper. Nella brano Mai più da soli, il cantante parla dell’alienazione provocata dai social e la continua ricerca di follower.

“C’è una propaganda all’esposizione, all’offrirsi e farsi vedere fisicamente. Non ci sono più sentimenti, simpatia, o il pregio di avere un difetto che ti faccia ricordare in eterno, ma solo una competizione insana di voler somigliare o superare addirittura Sara Ferragni. Ah, si chiama Chiara? Vedete che vuol dire non frequentare i social? Noi della jungla non siamo aggiornati”, scherza Renato Zero.

Nell’album Zero il Folle, Renato Zero affronta anche temi di forte attualità come l’ambiente, la fuga di cervelli e il calo delle nascite.

Su Greta Thunberg, la 16enne svedese attivista per il clima, il cantante dice: “Siamo tutti frastornati perché siamo talmente abituati a quelli che hanno più anni e dicono spesso solo ca…te. E quando una ragazzina punta il dito e dice che non vuole morire intossicata e desidera un mondo pulito, sano, dove crescere io non lo vedo scandaloso. I social la massacrano con frasi che neanche ho mai sentito dire ad un politico. Diamo un occhiata alla nostra coscienza e non stiamo solo in poltrona a giudicare quello che c’è davanti a noi”.

Sul calo delle nascite in Italia, il cantautore romano afferma: “Il tema dello spopolamento, lo vediamo dai numeri, non ci conforta”, ha dichiarato. “Produrre figli significa anche, non per vigliaccheria, ma garantirsi una continuità, e questo avviene soprattutto con la buona tutela che i genitori svolgono presso i figli. Perché fare un figlio e poi lasciarlo andare al proprio destino credo sia una forma criminosa e criminale di pensare al ripopolamento del pianeta”.

“Ho adottato Roberto – continua Renato Zero – che mi ha dato due belle nipoti, sono nonno, non faccio parte di quella chiamata alle armi, ma anche io mi sono sentito in qualche modo di non tralasciare quelli che al mondo c’erano già e non avevano un indirizzo. Anche questa è una forma di tutela e di proiettarsi in un futuro un po’ più intimo, personalizzato, perché un figlio non deve essere una copia di noi, ma la nostra possibilità di replicarci al meglio”.

E sull’aborto anticoncezionale commenta: “Esistono delle situazioni in cui non mi sento francamente di mettere questa pratica all’indice, perché se una donna dovesse essere violentata da un estraneo, è un mettere in moto una coscienza che se non sei all’interno del problema non sei in grado di giudicare. Io condanno fortemente l’aborto anticoncezionale – dichiara – che supplisce alla mancanza di un profilattico o alla spirale o di un mezzo che determini la volontà dell’uomo e della donna di fare o non fare figli. Questa vita nessuno la protegge, è sola, è disarmata, viene attaccata da tutte le parti del mondo. Queste minacce che attentano alla vita – conclude – a me mi hanno sempre terrorizzato da una parte ma anche mi hanno messo addosso questo desiderio di denuncia”.

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