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La buona abitudine della principessa Diana che tutti dovremmo coltivare

Lady Diana Spencer. Credits: AFP

Si tratta di un'abitudine ormai in disuso

Di Viola Stefanello
Pubblicato il 18 Ago. 2018 alle 09:36 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 14:48

Dalla biografia autorizzata di Lady Diana, “Diana: Her True Story” di Andrew Morton, si scopre un’ottima abitudine che la prima moglie del principe Carlo ha mantenuto tutta la vita e che oggi potrà suonare bizzarra e superata.

La principessa Diana, infatti, era solita scrivere e inviare sempre lettere di ringraziamento.

Dopo le nozze con Carlo avrebbe risposto a gran parte delle 47mila lettere di congratulazioni e ringraziato per i 10mila regali ricevuti – aiutata, in quell’occasione, da un apposito staff – ma in generale amava prendere il tempo di ringraziare per iscritto chi, per esempio, la ospitava.

Un bigliettino che Diana ha scritto a William Tallon e Reginald Wilcock per ringraziarli dei fiori lasciati nella sua stanza dopo il matrimonio con Carlo. Credits: Getty Images

Secondo uno studio recente, quest’ottima abitudine di Lady Diana avrebbe davvero degli effetti positivi sulle nostre relazioni interpersonali. Infatti, in molti sottovaluterebbero la felicità che suscita negli altri il ricevere questo piccolo gesto di cortesia.

Come racconta il New York Times nel suo esplicito articolo “You Should Actually Send That Thank You Note You’ve Been Meaning to Write“, due psicologi hanno condotto un piccolo studio per dimostrare gli effetti benefici sulle relazioni dei bigliettini scritti a mano, ma anche delle e-mail di ringraziamento.

Amit Kumar, professore dell’University of Texas at Austin specializzato nel benessere mentale, dice infatti che la gente solitamente tende a sottovalutare l’effetto di un ringraziamento.

“Pensano che non sia una cosa così importante”, ha detto, aggiungendo che in molti temono che un biglietto possa suonare poco sincero e mettere il destinatario a disagio.

Lui e un collega hanno quindi deciso di smentire queste convinzioni raccogliendo dei volontari che scrivessero una lettera di ringraziamento e chiedendo a loro di ipotizzare, da 1 a 5, quanta felicità avrebbe provato il destinatario ricevendolo.

Hanno poi chiesto ai destinatari di dire loro quanto erano felici di aver ricevuto il biglietto da 1 a 5.

Il report ha così dimostrato che i destinatari valutano la felicità provata nel ricevere un semplice biglietto di ringraziamento con un punteggio di 4 su 5: un intero punto in più rispetto a quanto anticipato dai mittenti, che avevano scommesso in media su 3 su 5.

Anche Jacqueline Whitmore, esperta di etichetta, è d’accordo: “Una lettera di ringraziamento in ritardo è meglio di niente”. E a chi non sa da dove cominciare per coltivare questa buona abitudine consiglia di usare un tono caldo e amichevole, meglio se accompagnato da elementi decorativi.

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