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Papa Francesco si fa un selfie e in mano ha la spilla “Apriamo i porti”

Don Nandino Capovilla e Papa Francesco

L'immagine ha fatto il giro del web

Di Rossella Melchionna
Pubblicato il 17 Feb. 2019 alle 16:39 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 08:05

Ogni giorno Papa Francesco sorprende il mondo con la sua genuinità. Questa volta a far parlare è il selfie in cui appare il pontefice che ha in mano una spilla con sopra scritto: “Apriamo i porti!”.

“Saliamo sui tetti! Coraggiosamente Papa Francesco non perde occasione e taglia corto con le esortazioni scontate. Si concede una fotografia e rilancia quell’ ‘Apriamo i porti’ che sta unendo i cittadini da Nord a Sud. Per i cristiani un obbligo evangelico per essere liberi dalla paura”, ha scritto su Facebook, il 15 febbraio 2019, don Nandino Capovilla. Il prete che, da tempo, dirige La casa di Amadou a Maghera (Venezia) dedicata ai rifugiati.

“Da questo titolo del meeting nazionale della Chiesa italiana Francesco è partito per denunciare e rilanciare: ‘La paura è l’origine di ogni schiavitù e di ogni dittatura’”, ha detto il sacerdote sui social. Che ha poi aggiunto: “Sulla paura del popolo cresce la violenza dei dittatori. Noi rinunciamo all’incontro con l’altro per erigere barriere: questo non è umano. Chi ha avuto la forza di vincere la paura oggi è invitato a salire sui tetti e invitare gli altri a fare altrettanto”.

Non è la prima volta che il vescovo di Roma si esprima a favore dell’accoglienza. Più e più volte Papa Francesco ha esortato i fedeli e non, gli uomini politici e chi si occupa del fenomeno dell’immigrazione, ad aprire i propri cuori e aiutare chi è in difficoltà.

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Diciotti: dopo Salvini indagati anche Conte, Di Maio e Toninelli

Per il caso Diciotti sono ora indagati anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il suo vice Luigi Di Maio e il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, accusati di sequestro di persona in concorso con Matteo Salvini.

I tre rappresentanti del governo si erano autodenunciati depositando, al Senato, delle memorie in cui dicevano di aver condiviso con il ministro dell’Interno la scelta di impedire per cinque giorni lo sbarco ai 177 migranti a bordo della nave Diciotti, ormeggiata nel porto siciliano.

La Procura di Catania ha ricevuto le memorie e ha quindi dovuto iscrivere i loro nomi nel registro degli indagati come “atto dovuto”. Entro due settimane (il termine previsto dalla legge) trasmetterà i documenti al Tribunale dei ministri con le proprie richieste, avvisando i diretti interessati.

Per il segretario della Lega il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, aveva chiesto l’archiviazione: una valutazione non condivisa dal Tribunale dei ministri.

“È molto probabile che il procuratore Carmelo Zuccaro proporrà di archiviare l’accusa, avendo fatto lo stesso per Salvini”, sostiene il Corriere della Sera. Ma la decisione non è scontata.

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