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Michele Riondino: “Pentito di aver votato M5s, sono disonesti e da denuncia”

Michele Riondino

Il celebre attore, in un'intervista a Globalist, si iscrive alla lista degli elettori pentiti del Movimento

Di Redazione TPI
Pubblicato il 10 Gen. 2019 alle 07:48 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 09:01

“Se ci fosse una legge che permette allʼelettorato di rivendicare il diritto di voto questo sarebbe un motivo per denunciare i Cinque Stelle”.

Non una mezzi termini l’attore Michele Riondino per esprimere tutto il suo disappunto per le promesse a suo parere tradite dal M5s, a cui aveva dato fiducia alle elezioni politiche del 4 marzo 2018.

Riondino, in un’intervista a Globalist, ha parlato di una serie di temi che lo coinvolgono in prima persona in quanto pugliese (è nato a Taranto), come Ilva e Tap. Temi su cui il Movimento Cinque Stelle aveva promesso una svolta, salvo poi adeguarsi alle decisioni dei governi precedenti.

Sull’Ilva, “quando sale al governo il Movimento invece mette in atto proprio quello che lʼex ministro Calenda aveva programmato e attribuisce la colpa al Pd – dice Riondino – Incolpare il governo precedente certifica invece lʼincompetenza di un movimento che ha fatto campagna elettorale su temi che non ha saputo gestire: ha sfruttato la base per arrivare al potere”.

L’attore, reso celebre dalle sue interpretazioni in film come Il giovane favoloso e in serie come Il giovane Montalbano, è deluso anche per come i pentastellati abbiano ceduto alla Lega su leggi come il decreto sicurezza.

Un decreto che “è lo specchio di cosʼè la politica oggi, cioè un continuo scambio e interscambio di idee per cui avviene un paradosso: due forze, che dovrebbero essere agli antipodi, pur di governare assieme barattano leggi e disegni di legge che svalutano e denigrano la dignità e lʼindipendenza politica di un soggetto”.

Quanto al Tap, “una signora oggi ministra per il sud, Barbara Lezzi, insieme a Di Battista aveva detto che in quindici giorni interrompevano il gasdotto. E dunque: prometti senza conoscere lʼargomento e allora è grave, perché dimostri ignoranza e non sei un soggetto politico credibile e anzi sei un poʼ disonesto”, tuona Riondino.

La conclusione dell’attore è netta: “Non li voto più ma noi, che in questo territorio moriamo, adesso moriamo per colpa nostra perché abbiamo difeso un soggetto politico che ha promesso di aiutarci e non ci aiuta. […] Non votavo da tempo, ho votato Cinque stelle, ho creduto che fosse un soggetto spendibile, mi sono sbagliato”.

Riondino è solo l’ultimo di una serie di personaggi dello spettacolo che hanno abiurato alla dottrina pentastellata. Un elenco che comprende tra gli altri gli attori Claudia Santamaria e Ivano Marescotti, la cantante Fiorella Mannoia e l’editorialista Ernesto Galli della Loggia.

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