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Sanremo 2019, il presidente di giuria Mauro Pagani replica alle critiche: “Ultimo deve imparare a perdere”

Il presidente della giuria d'onore del Festival replica alle critiche per la vittoria di Mahmood

Di Veronica Di Benedetto Montaccini
Pubblicato il 12 Feb. 2019 alle 08:01 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 08:09

Mauro Pagani contro Ultimo – “Anche Maradona, Pelè o Messi sanno che ogni settimana possono perdere una partita e imparare a perdere è imparare a vivere. Anche Ultimo deve imparare a perdere e a fare il proprio mestiere”. A parlare in un’intervista rilasciata al magazine di musica e cultura Rolling Stones è Mauro Pagani, il Presidente della Giuria d’Onore e cosiddetta di Qualità di Sanremo 2019.

Mauro Pagani ha appena terminato la sua esperienza nella giuria della 69esima edizione del Festival insieme a Ferzan Özpetek, Camila Raznovich, Claudia Pandolfi, Elena Sofia Ricci, Beppe Severgnini, Serena Dandini e Joe Bastianich.

“Faccio questo mestiere da 53 anni: ho smesso di contare i miei concerti dopo i duemila ed erano ancora gli anni ’80 e ho partecipato come musicista, produttore o ospite a più di 150 dischi. Forse qualche competenza ce l’ho. Anche i miei colleghi della giuria possono tutti vantare esperienze nel campo della musica, della radio o della televisione, del cinema o del giornalismo. Cosa c’è da lamentarsi?” ha detto l’artista.

E invece, le polemiche sulla mancata vittoria di Ultimo sono diventate un caso di Stato. “Sono stupefatto. Le polemiche a Sanremo ci sono sempre, ma un livello di disinformazione tale mi pare offensivo” ha spiegato Pagani. E ha ricordato che nel Festival della canzone italiana, andrebbero giudicate “le canzoni e non gli artisti”.

Il musicista, storico componente della PFM, si rammarica per la “cattiva gestione dell’immagine di Ultimo, che ha attaccato i giornalisti in sala stampa e successivamente non si è neanche presentato a “Domenica In”.

Sulla questione del voto popolare, Mauro Pagani è stato chiarissimo: “Sanremo ha un regolamento pubblicato mesi prima che dice ‘da casa potete votare al costo di 51 centesimi, il vostro voto vale il 50%, mentre quello della sala stampa il 30 e la giuria d’onore il 20”. Una tipologia di regola che, come è noto, è stata introdotta quando ci si è resi conti che il solo televoto era esposto a manipolazioni e a scorrettezze”

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