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L’85 per cento delle giornaliste ammette di aver subito molestie

Di Antonio Scali
Pubblicato il 7 Apr. 2019 alle 11:40 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 03:08

Denunciare le violenze subite per una donna spesso è molto difficile, per vergogna, paura o perché si teme di non essere credute. Eppure il dramma delle molestie è un problema tutt’oggi molto sentito, come dimostrano i casi di attrici e donne dello spettacolo che hanno trovato il coraggio di raccontare quanto accaduto.

Un fenomeno che, purtroppo, non risparmia neppure il mondo dell’informazione: “Avrei dovuto denunciare e non l’ho fatto per paura delle conseguenze, che purtroppo ci sono state. Il problema è che se chi molesta poi viene ‘tutelato’ dall’editore perché dovrebbe pentirsi di quello che ha fatto? Io ho una memoria depositata da un notaio sull’accaduto”, racconta una giornalista.

La Federazione Nazionale della Stampa (Fnsi) ha raccolto in forma anonima tramite questionari le esperienze di oltre 1000 colleghe. Si tratta della prima indagine italiana sulle molestie nei confronti delle donne che operano nei media. E i dati sono impressionanti: l’85% ha subito molestie.

Il 59,1% ha ricevuto inviti insistenti, richieste esplicite, pressioni via social, pedinamenti, mentre ben il 35,4% delle giornaliste prese in esame ha ammesso di aver ricevuto ricatti sessuali in ambito lavorativo.

“Le molestie spesso – racconta una giornalista – sono molto più sottili di quanto prevedesse il questionario, battutine, ammiccamenti, comunque fastidiosi, anche se non da denuncia. E poi la costante penalizzazione delle donne incinte e mamme. A me è capitato e non ho mai avuto l’appoggio del cdr o del sindacato”.

Tornando ai dati, il 18% che ha ammesso di aver subito molestie per più di un anno. I molestatori sono in grandissima parte uomini e superiori (98,6% dei casi), con età compresa tra i 45 e i 60 anni.

Alla domanda “perché non hai subito denunciato?” la maggior parte delle donne ha risposto che si è trattato di un episodio isolato (42,8% de casi) che era inutile (per il 22,7) o per paura di essere giudicata male o non creduta (10,8%).

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