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Chiara Ferragni racconta del suo film Unposted in un’intervista: “Nel documentario c’è l’80 per cento di me”

In un'intervista al Corriere della Sera, la influencer racconta degli inizi della sua carriera e di Unposted, il film sulla sua vita che sarà presentato a Venezia

Di Marta Vigneri
Pubblicato il 3 Ago. 2019 alle 09:46 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:08

In un’intervista pubblicata sul Corriere della Sera l’influencer Chiara Ferragni si racconta, e parla del film sulla sua vita, Unposted, che la porterà al Festival Internazionale del Cinema di Venezia.

Unposted, diretto dalla regista Elisa Amoruso fa parte della selezione ufficiale dell’edizione 2019 della mostra del Cinema più prestigiosa d’Europa, che sarà inaugurata mercoledì 28 agosto e durerà fino a sabato 7 settembre.

Chiara è abituata a stare sullo schermo, grazie alla mamma che l’ha ripresa da sempre in tempi in cui Instagram nemmeno esisteva: la madre l’ha abituata sin dai primi anni a essere al centro dell’attenzione, a esibirsi, e mostrare se stessa e a rivedersi.

“Mia mamma, quando ero piccola, mi faceva sempre tantissime foto, anche se non esistevano i social media era come se ci fossero, per lei”, dice Chiara, svelando così il motivo preciso per cui è diventata la regina Instagrammabile dei nostri giorni.

Ma attraverso le riprese del film sulla sua vita ha capito molto bene la differenza tra una storia o un video e un vero e proprio documentario.

“Su Instagram sei tu la regista delle tue stories. Ci si espone con più attenzione, è più semplice proteggersi, dare ai follower una percentuale minore della tua realtà. In questo film avrei potuto fare a metà, metà lavoro e privato. Invece è la mia storia, raccontata con sincerità”, racconta Chiara Ferragni sul film Unposted.

“Adesso l’80 per cento di me è sullo schermo”, continua la star di Instagram, che sul social vanta oltre 17 milioni di follower e che da piccola, ancora ventenne, si è inventata un lavoro che le è valso la fortuna di cui gode adesso.

Il successo del suo modello imprenditoriale, che si basa sulla sponsorizzazione di abiti di alta moda attraverso il blog The Blonde Salad, ha avuto così tanto successo da diventare un vero e proprio case study, studiato nei corsi più prestigiosi di business e marketing in tutto il mondo, persino all’Università di Harvard, dove Chiara Ferragni è stata invitata nel 2016 per raccontare i segreti del suo successo.

Ma nel documentario Unposted è la parte più intima di Chiara Ferragni ad emergere, il suo passato, e il suo lato più fragile e umano.

“Nel febbraio 2010 sono andata alle prime sfilate: un pesce fuor d’acqua nel mondo della moda, non sapevo le regole non scritte, quelle che ho dovuto imparare dopo, sulla mia pelle”, racconta Chiara nell’intervista.

“Mi hanno fatto dei commenti negativi, non come capita di solito su Internet, per iscritto, ma me li hanno fatti proprio in faccia. Peraltro arrivavano anche da persone che reputavo importanti, che stimavo: non ero abituata ad ascoltare commenti così. Però tutte le persone che hanno detto cose cattive su di me sono state in questi anni il mio stimolo più grande, sono grata agli odiatori”.

Insomma, Chiara Ferragni gli hater li conosce da tanto, ma sono loro che le hanno insegnato a crescere.

Il suo film è una dedica alle donne, a tutte le ragazze che hanno un sogno. Ed è una celebrazione dell’indipendenza femminile, dice Chiara.

“Alla fine il film è la storia di una ragazzina che ha creduto nei suoi sogni, il messaggio è che è sempre meglio essere indipendenti”.

Unposted, il film sulla vita di Chiara Ferrangi, sarà presentato al Festival del Cinema di Venezia

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