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Perché Burberry ha deciso di bruciare borse, vestiti e profumi per milioni di dollari

La cifra dei prodotti inceneriti corrisponde a quella che Burberry avrebbe potuto guadagnare vendendo a prezzo pieno 20mila modelli dell'iconico "trench", secondo il Times.

La nota casa di moda britannica ha deciso di incenerire prodotti invenduti per 31 milioni euro

Di Clarissa Valia
Pubblicato il 19 Lug. 2018 alle 18:24 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 18:20

Burberry, l’esclusivo brand di moda britannico, ha bruciato abiti, accessori e profumi invenduti del valore di 31 milioni euro milioni l’anno scorso per proteggere il suo marchio.

Il motivo? Per tutelare la “proprietà intellettuale” delle creazioni e soprattutto per evitare la contraffazione o le vendite sotto costo.

I vertici dell’azienda hanno deciso quindi di bruciare i resti di magazzino. “Abbiamo cura dei nostri processi di smaltimento prodotti, per ridurre al minimo le eccedenze di ciò che produciamo”, ha dichiarato un portavoce di Burberry.

Per quanto riguarda la tutela dell’ecosistema, l’azienda ha rassicurato gli ambientalisti: l’energia generata dalla combustione dei suoi prodotti infatti è stata catturata, per renderla compatibile con l’ambiente.

La cifra dei prodotti inceneriti corrisponde a quella che Burberry avrebbe potuto guadagnare vendendo a prezzo pieno 20mila modelli dell’iconico “trench”, secondo il Times.

L’azienda ha già utilizzato la stessa tecnica in passato: negli ultimi cinque anni, Burberry ha bruciato prodotti per un valore complessivo di 90 milioni di sterline, vale a dire circa 100 milioni di euro.

La stessa pratica è stata adottata anche dalla catena di moda low cost svedese H&M, ma gli ecologisti, nonostante le rassicurazioni delle aziende sulla pratica, continuano a protestare.

“Burberry ha cura dei processi di smaltimento del prodotto per ridurre al minimo la quantità di eccedenze che produciamo. Nelle occasioni in cui è necessario smaltire i prodotti”,  ha dichiarato il brand britannico in una nota.

“Lo facciamo in maniera responsabile e continuiamo a cercare modi per ridurre o rivalutare i nostri rifiuti. Questa è una parte fondamentale della nostra strategia da qui al 2022 e abbiamo stretto collaborazioni e partnerhip con alcune organizzazioni. Un esempio su tutti è la nostra partnership con la Make Fashion Circular Initiative della Ellen MacArthur Foundation, in cui ci uniamo ad altre organizzazioni leader per lavorare verso un’economia circolare della moda”.

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