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Blanco risponde a chi pensa che sia fidanzato con Mahmood

Di Marco Nepi
Pubblicato il 23 Feb. 2022 alle 16:33 Aggiornato il 23 Feb. 2022 alle 17:14

Blanco e Mahmood stanno insieme? Una domanda che i più distratti si saranno posti seguendo le loro performance a Sanremo, dal quale sono usciti vincitori grazie alla loro splendida “Brividi”. Un brano che sta avendo grande successo anche all’estero e che rappresenterà l’Italia al prossimo Eurovision Song Contest. Così c’è chi ha maliziato sulla complicità tra i due artisti, sugli sguardi che si scambiavano durante le esibizioni e in particolare sullo strattone che Blanco ha dato a Mahmood nel corso della prima serata del Festival.

Di tutto questo i due vincitori di Sanremo hanno parlato in una lunga intervista a Vanity Fair, che li ha ritratti sulla copertina dell’ultimo numero completamente nudi. “Strattonare e ad abbracciare Mahmood sul palco ha conquistato il pubblico? È stato uno sfogo, perché ad Ale voglio bene, ma è un rompi scatole. Voleva dire: oh, ce l’abbiamo fatta! Poi la gente si è fatta dei viaggi pazzeschi su quel gesto. È vero, è stato un gesto di passione. Anche in un’amicizia c’è la passione”, ha spiegato Blanco.

Nessun retropensiero dunque e soprattutto nessuna relazione tra i due! D’altronde il 19enne è fidanzato da tempo con la sua Giulia, anche se recentemente ha ammesso che il rapporto vive una fase non facile: “Alti e bassi…sono fidanzato da un anno”. Nel corso dell’intervista a Vanity Fair, Blanco ha parlato di come la musica gli abbia cambiato la vita: “Per la musica ho rinunciato al calcio, ero difensore centrale, mi chiamavano “fabbro”. Ho lasciato anche la scuola. Mollare la scuola però è una cosa che sconsiglio a chiunque: avere un’istruzione serve davvero. Agli inizi succedeva che ogni minuto libero scrivevo, che lavoravo in pizzeria per potermi pagare lo studio di registrazione, che ho cantato anche alla Sagra della Porchetta, spero non salti mai fuori il video perché ero ubriaco. Il grande successo ha cambiato tutto, forse l’unico a non essere cambiato sono io. Il rischio, ora, è cambiare e sarebbe una cavolata perché il successo mi è arrivato proprio perché sono genuino. Non potrei mantenerlo cambiando questa natura. In amore c’è Giulia, una persona a cui tengo tanto”.

A proposito di “Brividi”, c’è chi ha letto il testo della canzone come il racconto di un amore omosessuale. A riguardo Mahmood ha spiegato al settimanale: “Dicendo così distruggono tutto quello che vogliamo raccontare. Noi vogliamo portare la libertà di essere sé stessi e sentirsi totalmente liberi di poter esprimere ogni forma d’amore. Il fatto è che non vogliamo incasellare o etichettare l’amore, ma dargli uno sfogo di totale libertà”.

Il cantante di “Soldi” a Vanity Fair ha anche parlato di diritti e di omofobia, e della necessità che l’Italia si doti di una legge contro le discriminazioni, dopo l’affossamento del Ddl Zan: “Direi che è passata sia la canzone, sia il contenuto. Mi sembra che anche le persone che hanno apprezzato il pezzo vivano come me i sentimenti, in completa libertà. Il nostro Paese non ha bisogno di sottolineature. O meglio: politicamente il bisogno c’è, c’è sempre. L’omofobia è presente nella nostra società e spero che i principi del ddl Zan diventino realtà il più presto possibile. Mi sono sempre esposto in difesa dei diritti, contro le discriminazioni di genere. Al Festival quest’anno è arrivata una canzone cantata da due cantanti con due storie d’amore diverse, due vissuti completamente diversi. Quando una cosa è naturale, spontanea e scontata alla gente non gliene frega niente: bisogna normalizzare i sentimenti, non ghettizzarli”.

“Una legge contro l’omofobia – ha aggiunto Mahmood –  è il minimo che di devono. Questa tutela ha un motivo sensato, non si tratta di un problema che ci stiamo inventando. Perché la discriminazione sulla comunità LGBT, l’omofobia, sono cose che esistono davvero. Perché è una cosa sotto gli occhi di tutti, ci sono insulti, ironie, parole sbagliate, in silenzi di madri, quando va bene, in schiaffi di padri, gesti ignobili, violenti. – si legge su Vanity Fair – A loro non si gela il sangue a pensare che ci sono ad esempio dei figli che vengono cacciati dai genitori perché amano qualcuno? Oppure quante persone vengono aggredite per un naturalissimo bacio? Quante volte ci hanno fatto battute che non desideravamo sulla nostra pelle, quante volte non ci siamo sentiti sicuri nell’andare a scuola?”.

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