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Dopo le dichiarazioni contro Salvini, Baglioni rischia l’epurazione dalla Rai

Di Veronica Di Benedetto Montaccini
Pubblicato il 10 Gen. 2019 alle 17:37 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 09:01

Baglioni contro Salvini sui migranti, il direttore di Rai Uno De Santis lo “boccia”.

Le dichiarazioni di Claudio Baglioni a proposito dei migranti non sono piaciute a Teresa De Santis, neo direttore di Raiuno. Secondo quanto riportato da La Stampa, De Santis avrebbe deciso di non riconfermare Baglioni per i prossimi Festival di Sanremo.

“Se la situazione non fosse drammatica, ci sarebbe da ridere. Ci sono milioni di persone in movimento, non si può pensare di risolvere il problema evitando lo sbarco di 40-50 persone, siamo alla farsa”, aveva dichiarato ieri Baglioni, attaccando il vicepremier Matteo Salvini e scatenando l’imbarazzo tra i vertici Rai. “Baglioni? Canta che ti passa, lascia che di sicurezza, immigrazione e terrorismo si occupi chi ha il diritto e il dovere di farlo”, aveva poi replicato Salvini. 

Ma le dichiarazioni non sarebbero passate inosservate. E ora contro la De Santis insorgono i deputati del Pd: «Il direttore di Rai1 minaccia a mezzo stampa il conduttore della principale trasmissione di Rai1 e della Rai, Sanremo, ma dalla commissione di Vigilanza arriva solo un silenzio tombale. Il presidente Barachini è ancora in ferie? Come fa a non dire nulla di fronte ad una vergogna così enorme?», dichiarano Michele Anzaldi e Alessia Morani.

Teresa De Santis arriva dopo un mese non facile fatto di palinsesti saltati e di buchi da coprire. Oltretutto, il guaio
accade per un Festival non deciso da lei, non organizzato da lei, eredità che le arriva dalla precedente gestione e che, come le altre, avrebbe cortesemente rifiutato. Di sicuro, dicono le persone a lei vicine, l’ipotesi di un Baglioni Ter che l’artista aveva caldeggiato, cade miseramente nel vuoto: Baglioni addio all’Ariston, almeno finché ci sarà questa guida alla rete ammiraglia.

Non era suo compito, si dice, parlare della linea editoriale di Raiuno e neanche praticarla. Il suo nome è tenuto in altissima considerazione per quanto riguarda la sua qualità artistica. E basta. Nel primo Festival dell’era sovranista, a piegare l’appuntamento di musica e facezie più seguito d’Italia, irrompe la politica, addirittura nei titoli di testa, molto prima che Sanremo decolli.

 

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