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    Zelensky apre a una soluzione diplomatica: “Mosca si ritiri dai territori occupati dopo l’invasione”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 6 Mag. 2022 alle 20:55 Aggiornato il 6 Mag. 2022 alle 21:10

    Zelensky apre a una soluzione diplomatica: “Mosca si ritiri dai territori occupati dopo l’invasione”

    “Sono stato eletto dal popolo ucraino presidente dell’Ucraina, non presidente di una mini-Ucraina”. Lo ha detto oggi Volodimir Zelensky a un evento online del think tank britannico Chatham House, in cui ha aperto a una possibile soluzione diplomatica del conflitto.

    Rispondendo a una domanda sulle condizioni minime per accettare un accordo di pace con la Russia, il presidente ucraino ha chiesto di “ripristinare la situazione che c’era prima dell’invasione su larga scala”, con il “ritiro” delle truppe russe alle “linee di confine o di contatto temporanee”, secondo quanto riportato da Interfax Ucraina. Una posizione che potrebbe escludere pretese sulla Crimea, annessa dalla Russia dopo le proteste di Euromaidan, o parte del Donbass, controllata da separatisti filorussi sempre dal 2014.

    Come dichiarato oggi da Andriy Yermak, capo dell’ufficio della presidenza ucraina, “l’obiettivo prioritario è finire la guerra e far ritirare le truppe russe almeno ai confini del 23 febbraio”, mentre quelle relative alla Crimea occupata e alle repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk rimangono delle questioni impegnative”, che “dovranno essere discusse dai due presidenti” Putin e Zelensky.

    “Nonostante stiano distruggendo i nostri ponti, credo che non tutti i ponti siano stati ancora distrutti”, ha sottolineato Zelensky, che nel suo intervento ha accusato Mosca di minacciare l’uso di armi nucleari per sfuggire alle proprie responsabilità per dei crimini di guerra. “La Russia parla apertamente di armi nucleari. Il tempo impiegato dai missili russi per raggiungere le città europee. Lo fanno per il senso di impunità”, ha detto il presidente ucraino, che ha accusato la Russia di “ricattare” l’Europa.

    Secondo Zelensky, le forze russe hanno usato contro la città di Mariupol la tortura e la fame “come armi di guerra”. “Questa disumanità e crudeltà è il modo in cui l’esercito russo tratta le persone”, ha sottolineato, sostenendo che l’assedio all’acciaieria Azovstal della stessa Mariupol “può essere spezzato dall’Ucraina con le armi appropriate, se le avremo”.

    Rispondendo a una domanda su quella che considererebbe una vittoria, Zelensky ha affermato che la vittoria “non è perdere 11 milioni di persone, in modo che 5 milioni di persone che sono andate all’estero tornino”, in riferimento alla cessione dei territori occupati dalle forze russe. “Per me, la vittoria è rendere economicamente il Paese com’era prima di questa guerra, almeno. Per me, la vittoria è per al mondo occidentale per comprendere appieno ciò che sta accadendo. Per me, la vittoria è l’adesione dell’Ucraina all’UE”.

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