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    Il Vaticano vieta ai suoi dipendenti di ricevere regali sopra i 40 euro

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 29 Apr. 2021 alle 18:42

    Niente regali ai dipendenti che superino il valore di 40 euro, pena il licenziamento. Questa la nuova stretta imposta in Vaticano anche nei confronti di cardinali, capi-dicastero e dirigenti. Lo stabilisce la Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio del Papa, recante disposizioni sulla trasparenza nella gestione della finanza pubblica. Il provvedimento rientra nelle nuova legge anti-corruzione varata da Bergoglio che vuole porre fine agli scandali finanziari che hanno investito lo Stato Pontificio e aderire agli accordi internazionali.

    Una decisione quella voluta da Papa Francesco che arriva in un momento molto delicato per il Vaticano. Moneyval, il comitato europeo che valuta circa la trasparenza delle finanze degli Stati, è in procinto, infatti, di passare ai raggi x anche i conti del Vaticano, quindi giudicare sui progressi fatti in tema di trasparenza dei conti.

    Il provvedimento papale è indirizzato principalmente a tutti i livelli dirigenziali e tutti coloro che svolgono un ruolo nell’amministrazione della Santa Sede. Ma anche per coloro che ricoprono ruolo nell’ambito della sfera giurisdizionale e di controllo. Gli impiegati, prima di firmare un contratto e ogni due anni, si devono impegnare a comunicare eventuali condanne ricevute.

    Le regole riguardano tutti i livelli dirigenziali della Santa Sede e tutti coloro che svolgono funzioni di amministrazione attiva, funzioni giurisdizionali o di controllo. Prima di assumere l’incarico, e successivamente ogni due anni, dovranno firmare una dichiarazione nella quale assicurano di non aver riportato condanne definitive, di non essere sottoposti a processi penali pendenti o a indagini per corruzione, frode, terrorismo, riciclaggio, sfruttamento dei minori, evasione o elusione fiscale, nella Santa Sede ma anche in qualsiasi altro Stato.

    Dovranno attestare anche di non detenere contanti o investimenti, neanche per interposta persona, in Paesi ad alto rischio di riciclaggio o finanziamento del terrorismo, in paradisi fiscali o partecipazioni in aziende che operino contro la Dottrina sociale della Chiesa.

    Non è il primo provvedimento di Bergoglio di questo tipo, lo scorso anno infatti aveva approvato un nuovo codice degli appalti. Il provvedimento arriva mentre a Moneyval il Comitato di Strasburgo valuta la trasparenza finanziaria degli Stati e sta redigendo il rapporto sui progressi della Santa Sede, dossier che dovrebbe essere pubblicato per la metà di giugno. L’analisi stabilirà se le leggi, le norme e altre misure necessarie a prevenire e combattere il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo sono state adottate e sono utilizzate. L’organo di Strasburgo deve inoltre valutare se il sistema antiriciclaggio e contro il finanziamento del terrorismo funziona e in che misura la Santa Sede sta raggiungendo una serie di obiettivi prestabiliti.

    Leggi anche: Vaticano, cardinali violano il coprifuoco. Spunta il cartello: “Basta rientrare alle 2 di notte”

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