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    Usa, un altro afroamericano colpito a morte dalla polizia. Esplodono le proteste

    A sinistra: una manifestante a Brooklyn Center. A destra: Daunte Wright. Credits: Twitter
    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 13 Apr. 2021 alle 09:46 Aggiornato il 13 Apr. 2021 alle 10:26

    Usa, proteste per la morte dell’afroamericano Daunte Wright

    Seconda notte di proteste a Brooklyn Center, in Minnesota, per la morte del ventenne afroamericano Daunte Wright, colpito con una pistola dalla polizia domenica 11 aprile, a quasi un anno dall’uccisione di George Floyd a Minneapolis. Le forze dell’ordine hanno spiegato in un comunicato che Wright era stato fermato per un’infrazione stradale.

    Gli agenti avrebbero poi scoperto che il giovane aveva un mandato di arresto a suo carico in sospeso e per questo avrebbero provato ad arrestarlo. Wright sarebbe rientrato in macchina, cercando di sfuggire all’arresto, e un agente gli avrebbe sparato. Sarebbe comunque ripartito e avrebbe percorso alcuni isolati prima di schiantarsi contro un’altra macchina, ma il poliziotto sostiene di averlo ucciso per sbaglio, perché la sua intenzione era quella di usare il taser e non una vera pistola.

    La ricostruzione non ha fermato la rabbia dei protestanti: anche stanotte centinaia di persone hanno riempito le strade della città lanciando bottiglie e oggetti contundenti agli ufficiali di pubblica sicurezza in tenuta anti sommossa, e violando il coprifuoco previsto per le 19. “D.W”, “No Justice No Peace”, sono i graffiti con cui i manifestanti del movimento “Black Lives Matter” hanno dipinto le pareti della sede di polizia a Brooklyn Center, non lontano da Minneapolis.

    In un’intervista alla Cnn, il sindaco Mike Elliot ha chiesto ai manifestanti di andare a casa per “mantenere pacifica la città”: prima di mezzanotte le strade erano nuovamente sgombre. Ma la tensione è ancora alta nello Stato del Midwest, dove si sta svolgendo proprio in questi giorni un processo decisivo per i diritti dei neri contro la violenza delle forze dell’ordine, quello nei confronti dell’agente ritenuto responsabile dell’uccisione di Floyd, Derek Chauvin, che il 26 maggio 2020 si è inginocchiato per otto minuti sul collo del 44enne.

    Ieri sono stati interrogati gli ultimi testimoni dell’accusa, tra cui il fratello piccolo di Floyd, Philonise. “Mi manca”, ha detto l’uomo in tribunale. “Sappiamo che la rabbia, il dolore e il trauma nella comunità afroamericana è reale”, ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden sulle proteste esplose per la morte di Wright. “Voglio chiarire che non c’è giustificazione per i saccheggi e per la violenza. Ma le manifestazioni pacifiche sono comprensibili”, ha aggiunto.

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