Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Esteri
  • Home » Esteri

    Trump ritira ufficialmente gli Usa dal Trattato sulle armi nucleari

    L'abbandono del Trattato era stato già preannunciato dal presidente americano Donald Trump ad ottobre

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 1 Feb. 2019 alle 14:53 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:35

    Il primo febbraio 2019 il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha ufficializzato l’abbandono degli Stati Uniti del Trattato sul nucleare con la Russia: l’uscita dall’Inf sarà effettiva a partire dal 2 febbraio.

    “Le violazioni della Russia mettono a rischio le vite di milioni di europei e americani”, ha spiegato Pompeo. “Dobbiamo reagire a questa minaccia”.

    L’abbandono del Trattato era stato già preannunciato dal presidente americano Donald Trump ad ottobre: il presidente aveva accusato più volte la Russia di aver violato gli accordi.

    Leggi anche: Perché la fine del Trattato sulle armi nucleari a medio raggio è un pericolo per l’Ue e per l’Italia

    Dopo le minacce dell’inquilino della Casa Bianca erano stati avviati dei colloqui tra i funzionari russi e americani, ma i tentativi di salvare lo storico accordo non hanno dato i risultati sperati. Gli Usa in realtà puntavano ad un nuovo trattato che coinvolgesse anche la Cina.

    Cos’è l’Inf – Firmato nel 1987 dal presidente statunitense Ronald Reagan e dal sovietico Mikhail Gorbaciov, il Trattato è stato fondamentale nella politica di distensione della Guerra fredda: ha messo fine alla creazione dei missili a medio raggio e ha predisposto  l’eliminazione sotto stretto controllo delle parti di quelli già esistenti.

    I maggiori beneficiari dell’Accordo furono i paesi europei. Trattandosi di missili a medio raggio, con una gittata compresa tra i 500 e i 5500 chilometri, gli Usa si servivano delle basi militari presenti in Belgio, Germania, Regno Unito, Paesi Bassi e Italia per minacciare il territorio sovietico.

    L’Urss a sua volta aveva puntato il suo arsenale contro le basi statunitensi in Europa, non potendo colpire direttamente il suolo statunitense, e mettendo quindi a rischio la sicurezza dei cittadini europei.

    Per evitare che il continente europeo diventasse teatro di una guerra per procura tra le due superpotenze, la Nato decise di adottare la “doppia decisione”: dispiegò nuovi missili in alcuni paesi Ue, tra cui l’Italia, e nel 1979 avviò i negoziati tra Usa e Urss per il controllo e la limitazione degli armamenti.

    L’operazione, conclusasi con la distruzione dei missili a medio raggio, fu un successo diplomatico e soprattutto un sollievo per gli europei , italiani in primis.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version