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    Ue, bocciati i ricorsi di Polonia e Ungheria: “Giusto legare europei i fondi al rispetto dello Stato di diritto”

    Il presidente della Polonia Andrzej Duda e il primo ministro ungherese Viktor Orban. Credit: EPA/Pawel Supernak
    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 16 Feb. 2022 alle 13:19

    Ue, bocciati i ricorsi di Polonia e Ungheria: “Giusto legare europei i fondi al rispetto dello Stato di diritto”

    Polonia e Ungheria hanno perso il ricorso contro il regolamento dell’Unione Europea che lega l’erogazione dei fondi europei al rispetto dello stato di diritto. I due paesi, spesso finiti nel mirino delle autorità europee, avevano chiesto di annullare il regolamento del 2020 che permette all’Ue di sospendere i pagamenti provenienti dal bilancio europeo agli Stati membri in cui lo stato di diritto è minacciato.

    I due paesi hanno reagito in maniera dura al verdetto della Corte, definito un “abuso di potere” dalla ministra della Giustizia ungherese, Judit Varga. Il viceministro della Giustizia polacco, Sebastian Kaleta, ha invece parlato di “attacco contro la nostra sovranità”.

    Il regolamento, entrato in vigore a gennaio 2021, consente al Consiglio, su proposta della Commissione, di adottare misure di protezione quali la sospensione dei pagamenti prevista dal bilancio dell’Ue o la sospensione dell’approvazione di uno o più programmi.

    I ricorsi di Ungheria e Polonia erano fondati sull’assenza di una base giuridica adeguata nei Trattati e, tra l’altro, sul superamento dei limiti delle competenze dell’Unione, oltre a sostenere la violazione del principio della certezza del diritto.

    Secondo i giudici della Corte di Giustizia dell’Unione invece l’Ue ha diritto di usare lo strumento del bilancio per imporre il rispetto da parte degli Stati membri dei valori comuni sui quali l’Unione si fonda. Questi infatti, sono considerati la condizione per il godimento di tutti i diritti derivanti dall’applicazione dei Trattati, che l’Unione ha il diritto di difendere.

    La presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen ha dichiarato che la motivazione della sentenza e il suo possibile impatto sarà analizzata “attentamente”. In una nota, von der Leyen ha promesso che la commissione “adotterà nelle settimane successive linee guida che forniscono ulteriore chiarezza su come applichiamo il meccanismo nella pratica”. “Ho promesso che nessun caso andrà perso. E ho mantenuto quella promessa”, ha detto.

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