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    Il Pentagono ammette: “Gli aiuti militari all’Ucraina non sono stati ben monitorati”. All’appello potrebbero mancare fino a 1 miliardo di dollari di armi

    Un nuovo rapporto dell'Ispettorato generale del Dipartimento della Difesa rivela che funzionari e diplomatici competenti a Washington e in Europa non sono riusciti a rendere conto "in maniera completa" del 59% di quasi 40mila armi fornite a Kiev tra ottobre 2022 e febbraio 2023

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 11 Gen. 2024 alle 17:06

    Quasi 40mila tra armi e altri aiuti militari dal valore di più di 1 miliardo di dollari inviati dagli Stati Uniti in Ucraina non sono stati adeguatamente monitorati e potrebbero essere finiti, in parte, sul mercato nero. La denuncia arriva da un nuovo rapporto pubblicato ieri dall’Ispettorato generale del Dipartimento della Difesa (che presenta diversi omissis), secondo cui i funzionari e i diplomatici americani a Washington e in Europa “non sono stati in grado di rendere conto in maniera completa” di oltre il 59 per cento degli 1,69 miliardi di dollari di articoli militari forniti dagli Usa a Kiev tra l’ottobre 2022 e il febbraio 2023.

    Il documento non prova (né smentisce) in alcun modo che queste armi siano state contrabbandate sul mercato nero dopo essere state inviate in Ucraina attraverso una base militare statunitense in Polonia. “Andava oltre lo scopo della nostra valutazione determinare se vi sia stata una deviazione di tale assistenza”, si legge nel rapporto. Tuttavia, prosegue il testo, “elevati tassi di negligenza possono essere correlati all’incapacità di mantenere una completa tracciabilità degli articoli per la difesa, il che, a sua volta, può aumentare il rischio di furto o distrazione” di queste risorse.

    Insomma non si può escludere che una parte delle armi destinate ad aiutare l’Ucraina a contrastare l’invasione russa siano finite in altre mani. Questo perché è lo stesso Pentagono ad ammettere come, almeno per quanto riguarda gli aiuti inviati nel periodo considerato, non ci sia stato quell’attento monitoraggio previsto dalla legge per questo genere di tecnologia sensibile.

    Il Dipartimento della Difesa americano si è giustificato con le pericolose condizioni di combattimento sul campo, che impediscono ai funzionari statunitensi di recarsi in prima linea per assicurarsi che le armi siano usate come previsto, e con la mancanza di sufficiente personale competente presso l’ambasciata Usa a Kiev.

    Le armi esaminate dal rapporto, presentato ieri senza omissis al Congresso, costituiscono solo una piccola parte dei quasi 50 miliardi di dollari di aiuti militari forniti dagli Usa a Kiev ma si tratta comunque di 39.139 materiali e articoli per la difesa dal valore complessivo di 1,69 miliardi di dollari. Le perdite potenziali, stima il rapporto, superano il 59 per cento, attestandosi intorno a 1 miliardo di dollari.

    Secondo i calcoli del Council on Foreign Relations, al dicembre 2023, gli Stati Uniti avevano fornito all’Ucraina oltre 46,3 miliardi di dollari di aiuti militari. Per il New York Times, le cui stime si fermano a giugno scorso, si tratta di almeno di 10mila razzi anti-carro Javelin, 2.500 missili terra-aria Stinger, 750 droni kamikaze Switchblade, 430 missili aria-aria a medio raggio e 23mila dispositivi per la visione notturna. Ma una parte di questi potrebbe essere finita sul mercato nero, alimentando altre guerre.

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