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    Usa 2020, per il Super Tuesday i donatori premiano Bernie Sanders

    Bernie Sanders Credits: Ansa

    Il senatore del Vermont, Bernie Sanders, ha raccolto la maggior parte dei propri contributi in tre degli stati chiave per le primarie democratiche, ma Biden recupera grazie all’appoggio dell’ala moderata del partito

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 3 Mar. 2020 alle 18:17

    Le elezioni negli Stati Uniti sono sempre (anche) una questione di soldi e i contributi elettorali potrebbero spostare gli equilibri in questo Super Tuesday, che vede soprattutto Bernie Sanders e Joe Biden contendersi la nomination per sfidare Donald Trump a novembre. Un fiume di oltre 1.582 miliardi di dollari ha alimentato finora la campagna presidenziale per il 2020, una cifra destinata a salire da qui ai prossimi mesi e che sta già influenzando il voto degli elettori americani.

    Soltanto l’ex sindaco di New York, il miliardario e candidato democratico Michael Bloomberg, ha raccolto oltre 464 milioni di dollari per la propria campagna elettorale, seguito dal presidente uscente Donald Trump, che ha ricevuto più di 252 milioni, e dal senatore Bernie Sanders, che ha ottenuto oltre 134 milioni di contributi. Staccati dal terzetto di testa, ma non meno “ricchi”, i democratici Elizabeth Warren, che ha ricevuto più di 92 milioni di dollari di donazioni e l’ex vicepresidente Joe Biden, che ha raccolto oltre 76 milioni di contributi, di cui 10 soltanto negli ultimi due giorni.

    La vittoria alle primarie nella Carolina del Sud ha infatti lanciato verso la nomination l’ex secondo di Obama, che ha anche incassato l’appoggio dei candidati moderati Pete Buttigieg, Amy Klobuchar e Beto O’Rourke. Secondo il Washington Post, tra la serata di sabato 29 febbraio e le prime ore di ieri, alla notizia della vittoria dell’ex vicepresidente all’ombra delle piantagioni, Biden ha raccolto oltre 10 milioni di dollari per la propria campagna, un record superiore ai 9 milioni di contributi ottenuti nell’intero mese di gennaio e ai 18 milioni di dollari raccolti lo scorso mese. Da questo punto di vista però, il confronto con il senatore del Vermont è impietoso, visti i 46 milioni di dollari incassati dalla sua campagna soltanto lo scorso mese.

    Nonostante il rally delle donazioni verso l’ex vicepresidente e l’endorsement di importanti figure all’interno e all’esterno del partito, la sfida contro Bernie Sanders sembra finora arridere al senatore del Vermont, almeno dal punto di vista dei contributi elettorali. I dati delle donazioni, resi pubblici per legge negli Stati Uniti, ne evidenziano infatti la grande popolarità in tre dei più importanti stati che andranno oggi al voto per le primarie democratiche: la California, il Texas e la Carolina del Nord.

    Nonostante l’appuntamento del 3 marzo non coinvolga l’intero territorio nazionale, il Super Tuesday è quanto di più vicino a un’elezione generale, visto l’elevato numero di stati coinvolti che lo rendono una sfida decisiva. La sola California mette infatti in palio 415 delegati, il Texas ben 228 e la Carolina del Nord un totale di 110. Questi tre stati offrono così oltre la metà dei delegati in palio per le primarie e circa il 38 per cento di quelli necessari a ottenere la nomination presidenziale. Il senatore del Vermont, il primo candidato a livello nazionale per contributi singoli ricevuti, è anche il politico democratico ad aver raccolto più donazioni in questi tre stati.

    Secondo il gruppo di ricerca statunitense Center for Responsive Politics, il 22 per cento dei contributi donati a Sanders proviene dalla California, lo stato più popoloso degli Stati Uniti. Qui, il senatore ha ricevuto fondi principalmente da dipendenti e docenti della University of California, che hanno contribuito alla sua campagna con un totale di 523 mila dollari, e dai lavoratori di alcuni colossi tecnologici come Google, Amazon, Microsoft e Apple, superando tutti i propri sfidanti.

    In termini di donazioni, Sanders batte Biden e Warren non solo in California, ma anche in Texas. Nello stato tradizionalmente più conservatore del Paese, l’ex vicepresidente ha infatti raccolto “soltanto” 3,3 milioni di dollari, a fronte dei 4,3 milioni del senatore del Vermont, che resta il principale destinatario delle donazioni a scopo elettorale anche in Carolina del Nord, con quasi 2,1 milioni di dollari di fondi raccolti.

    Il rapporto tra contributi elettorali e consenso passa, come ovvio, dalla capacità di propagandare il messaggio del candidato, che con maggiori fondi a disposizione può organizzare campagne sia sui media che in strada, intercettando l’elettorato indeciso. Non può infatti essere un caso che Bernie Sanders, il candidato democratico ad aver finora raccolto il maggior numero di contributi (la campagna di Bloomberg è principalmente auto-finanziata), sia in testa ai sondaggi in due dei tre stati chiave e si contenda in un vero e proprio testa a testa la terza sfida.

    Secondo le previsioni del portale statunitense FiveThirtyEight, il senatore del Vermont è infatti saldamente in testa in California, con oltre 10 punti di vantaggio sull’ex vicepresidente Joe Biden e almeno 19 sulla senatrice Elizabeth Warren e sull’ex sindaco di New York, Michael Bloomberg. Molto minore ma non meno significativo lo scarto tra Sanders e Biden in Texas, superiore al 3 per cento, con il miliardario di Brighton e la senatrice per il Massachusetts ancora più staccati nei sondaggi.

    Questi ultimi danno invece il senatore del Vermont in svantaggio rispetto all’ex vicepresidente in Carolina del Nord, dove Biden spera di poter capitalizzare il recente successo guadagnato a sud del fiume Catawba, dove ha stravinto grazie soprattutto al fondamentale sostegno ottenuto dagli elettori afroamericani.

    Nonostante dollari e sondaggi, Sanders rischia infatti di non vincere oggi, a causa del compattarsi dell’ala moderata del partito intorno all’ex vicepresidente Biden, che in caso di vittoria alle primarie dovrà però conquistare i sostenitori del senatore del Vermont negli stati chiave se vorrà sconfiggere Donald Trump e non ripetere l’esperienza delle presidenziali del 2016.

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