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    Si è ucciso il giovane siriano accusato di pianificare un attentato in Germania

    Jaber al-Bakr, rifugiato 22enne, era stato arrestato lunedì dopo 48 ore di caccia all'uomo con l'accusa di aver pianificato un attacco sull'aeroporto di Berlino

    Di TPI
    Pubblicato il 13 Ott. 2016 alle 11:17 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:12

    Si è ucciso nel centro di detenzione di Leipzig dove era stato condotto il 22enne rifugiato siriano accusato di aver pianificato un attacco dinamitardo sull’aeroporto di Berlino.

    A darne notizia nella tarda serata di ieri, mercoledì 12 ottobre 2016, è stato il ministero della Giustizia dello stato della Sassonia.

    “Nella serata del 12 ottobre 2015, Jaber al-Bakr, che era sospettato di aver pianificato un grave attacco, si è tolto la vita presso l’ospedale carcerario del centro di detenzione di Leipzig”, si legge sul comunicato pubblicato online dal ministero.

    Secondo i quotidiani tedeschi, il giovane era guardato a vista proprio perché considerato a rischio di suicidio e non è chiaro come abbia potuto impiccarsi, a quanto si dice, con una maglietta.

    Il suo avvocato ha dichiarato che la morte di Bakr è uno scandalo giudiziario: “Com’è potuto succedere? Sarebbe dovuto essere il prigioniero più sorvegliato di Germania”. L’avvocato Alexander Huebner ha anche riferito che il ragazzo era in sciopero della fame e della sete.

    Anche il governo tedesco si è mostrato incredulo per l’accaduto e ha ordinato immediatamente l’apertura di un’inchiesta.

    Secondo gli inquirenti tedeschi, Bakr, che era arrivato in Germania a febbraio dello scorso anno e aveva ottenuto asilo, era in procinto di compiere un attacco paragonabile a quelli di Parigi e Bruxelles.

    Le autorità tedesche lo stavano sorvegliando da mesi per presunti legami con il sedicente Stato islamico e avevano deciso di prenderlo in custodia, ma quando hanno fatto irruzione nel suo appartamento sabato scorso non sono riusciti ad arrestarlo. 

    Avevano invece trovato un chilo e mezzo di esplosivi fatti in casa, dello stesso tipo di quelli usati appunto per gli attentati di Parigi e Bruxelles.

    Dopo due giorni di caccia all’uomo, alcuni connazionali presso i quali l’uomo si era rifugiato lo avevano legato e avevano allertato la polizia, lunedì 11 ottobre. 

    Il suo poco ortodosso arresto ha sollevato dubbi sul lavoro delle forze dell’ordine tedesche, tanto più che alcune indiscrezioni indicano che i tre siriani che hanno condotto all’arresto potrebbero essere implicati proprio nei piani dinamitardi di Bakr. La morte del giovane rende ovviamente molto più complicate le indagini.

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