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    Bloccate a Kabul 81 studentesse afghane della Sapienza di Roma: “Rischiano rappresaglie”

    Credit: ansa foto
    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 29 Ago. 2021 alle 12:42 Aggiornato il 29 Ago. 2021 alle 12:43

    È diventata virale e ha fatto commuovere la lettera di uno studente afghano rimasto bloccato nel suo paese dopo la presa del potere da parte dei talebani indirizzata al rettore dell’università di Padova. Come lui, ci sono altri studenti e studentesse bloccati nel Paese che dovevano far rientro in Italia.

    A Kabul risultano bloccate 81 studentesse afghane della Università La Sapienza di Roma. Secondo quanto riferito dal prorettore agli affari internazionali dell’ateneo, Bruno Botta, “erano sulla lista del ministero della Difesa per essere trasferite in Italia, ma a causa dell’attentato non sono riuscite a entrare in aeroporto”.

    Dopo l’attentato terroristico che ha causato oltre 170 morti all’aeroporto di Kabul “sono dovute tornare indietro 90 persone dirette in Italia – ha affermato Botta in un’intervista al Gr Rai -, tra cui 81 studentesse afghane che a breve avrebbero dovuto iniziare i corsi alla Sapienza. Con loro anche alcuni bambini. Dopo l’esplosione – ha aggiunto – le cose si sono complicate, siamo in contatto con l’unità di crisi della Farnesina che sta facendo tutto il possibile per aiutarci e ha detto che non lascerà soli gli studenti della Sapienza. La preoccupazione maggiore è per le studentesse andate da Herat fino a Kabul per imbarcarsi e che, se dovessero tornare indietro, rischiano rappresaglie”.

    Molte studentesse provengono da Herat, hanno affrontato un viaggio lungo e pericoloso. Negli ambienti della Sapienza c’è molta preoccupazione, si teme che possano essere esposte a rapimenti e rappresaglie dei talebani. Le 81 ammesse all’università romana avrebbero dovuto seguire il corso “Global humanities” di Lettere e filosofia, dipartimento di studi orientali. Come spiega sul sito la professoressa Mara Matta, l’idea del corso nasce per assicurare “una università inclusiva e aperta a tutti, che dia la possibilità di formarsi a studenti migranti, rifugiati e richiedenti asilo”. Il corso, “a vocazione internazionale”, intreccia lo studio delle storie e delle filosofie con “l’insegnamento dei diritti umani, della bioetica e dell’intelligenza artificiale”. La speranza è far ospitare le studentesse sul volo di un Paese ancora a Kabul, che potrebbe portarle fuori dall’Afghanistan e consegnarle alla Difesa italiana durante uno scalo aereo. La trattativa è in corso, già oggi sono attese novità.

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