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    Studente arrestato in Egitto, le precisazioni del Cairo: “Non è italiano ed era ricercato”

    Patrick George Zaki (Credits: Facebook)

    Patrick George Zaki è stato arrestato ieri all'aeroporto del Cairo mentre cercava di tornare a casa per le vacanze: è accusato di terrorismo e incitamento alla rivolta. Per lui custodia cautelare in carcere per 15 giorni in attesa delle indagini

    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 9 Feb. 2020 alle 14:12 Aggiornato il 9 Feb. 2020 alle 14:32

    Studente arrestato in Egitto, Il Cairo: “Non è italiano ed era ricercato”

    Sabato 8 febbraio 2020 Patrick George Zaki, uno studente dell’università di Bologna e attivista per i diritti umani originario dell’Egitto, è stato arrestato all’aeroporto del Cairo e condotto in prigione in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare per 15 giorni, in attesa delle indagini sul suo conto. Mentre la comunità internazionale (e soprattutto l’Italia) punta il dito contro il governo di Abdel Fattah al-Sisi, con la testa che va al caso Giulio Regeni, in mattinata il ministero dell’Interno egiziano ha voluto fare alcune precisazioni.

    Nel confermare la notizia dell’arresto di Zaki, il ministero ha sottolineato che “non corrisponde al vero quanto circolato sui social circa l’arresto di un italiano chiamato Patrick”. Il ragazzo, ha continuato il ministero, “è di nazionalità egiziana e il suo nome completo è Patrick George Michel Zaki Soleyman ed è stato fermato in esecuzione di un mandato di cattura emesso dalla procura generale”.

    Zaki studia al master Gemma dell’Università di Bologna ed era tornato a casa per un periodo di vacanza. Non appena ha messo piede nell’aeroporto del Cairo, però, è stato arrestato. Secondo quanto denunciato da Amnesty International Italia e in esclusiva a TPI dal leader del Movimento sei aprile Sayed E. Nasr, il ragazzo è stato interrogato per lunghe ore ed è anche stato sottoposto a torture come l’elettroshock.

    Le accuse nei suoi confronti sono molteplici: diffusione di false notizie per disturbare la quiete pubblica; incitamento a proteste non autorizzate, con l’obiettivo di screditare il prestigio dello Stato e disturbare la pace e la sicurezza pubblica; propaganda per rovesciare il governo e cambiare i principi basilari della costituzione; utilizzo di account social per destabilizzare l’ordine pubblico e soprattutto promozione di comportamenti violenti e crimini di matrice terroristica.

    Bologna, un flash mob per Patrick

    Nel frattempo stasera, domenica 9 febbraio 2020, in Piazza Maggiore a Bologna a partire dalle 20 ci sarò un flash mob per chiedere libertà per Patrick Zaki: “Chiediamo – hanno dichiarato i promotori dell’iniziativa – che sia immediatamente data la possibilità ai famigliari del ragazzo di sapere in che condizioni si trova, che siano tutelati i suoi diritti e che sia messo nelle condizioni di potersi difendere. Non permetteremo un nuovo caso Regeni. Non lasciamo da solo Patrick”.

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