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    L’inviata del Tg1 Stefania Battistini fermata in diretta dalle forze speciali ucraine

    Di Antonio Scali
    Pubblicato il 3 Mar. 2022 alle 15:18 Aggiornato il 3 Mar. 2022 alle 17:05

    Momenti di tensione per l’inviata della Rai in Ucraina Stefania Battistini. La giornalista, a Dnipro insieme agli operatori di ripresa Simone Traini e Mauro Folio, era pronta per il collegamento con UnoMattina quando agenti delle forze speciali ucraini sono entrati improvvisamente nella sua stanza d’albergo. Un soldato l’ha raggiunta in balcone – dal quale avrebbe effettuato il collegamento – e le ha intimato di rientrare nella camera. Per fortuna stanno tutti bene, come raccontato dalla stessa Stefania Battistini a Rai News: “Ma il rischio è stato altissimo”. L’inviata ha dovuto fornire le sue generalità e dopo poco è stata “liberata” dai soldati che, poi, si sono anche scusati.

    Attimi di apprensione anche per i conduttori di UnoMattina, Marco Frittella e Monica Giandotti, con i quali la giornalista stava per collegarsi da Dnipro. Nel filmato tratto dalla diretta di Rai 1 si scorge il militare e a seguire la cronista che cammina con le mani in alto. Probabilmente si è trattato di un’operazione messa in atto per scoprire se in città vi fossero infiltrati russi.

    “Mentre eravamo in diretta, sono arrivati 4 agenti delle forze speciali – ha raccontato al portale di RaiNews -. Hanno spalancato la porta urlando coi fucili spianati. Hanno buttato a terra i due operatori di ripresa Simone Traini e Mauro Folio, con il ginocchio premuto sulla loro schiena e il kalashnikov puntato a 2 cm dalla loro testa. Erano evidentemente molto nervosi, quindi poteva accadere qualunque cosa”.

    “Dopo circa un quarto d’ora è arrivato il capo della Polizia e siamo riusciti a spiegare chi eravamo e cosa stavamo facendo”, ha aggiunto Battistini. “Quello che è successo stamattina racconta il livello di tensione che sta vivendo il popolo ucraino, per cui qualsiasi attività considerata fuori dall’ordinario viene considerata un’attività nemica, una possibile minaccia. Quindi qualunque giornalista straniero – soprattutto chi si ferma diversi giorni – è considerato un possibile pericolo, un possibile sabotatore, una possibile spia”.

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