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    La Corea del Nord fu responsabile dell’attacco informatico Wannacry, secondo gli Usa

    Tom Bossert, consulente per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, ha incolpato Pyongyang affermando di avere prove sufficienti

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 19 Dic. 2017 alle 08:49 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:26

    Secondo gli Stati Uniti, la Corea del Nord è direttamente responsabile dell’attacco hacker denominato “Wannacry” che il 12 maggio 2017 infettò migliaia di computer in tutto il mondo, paralizzando l’attività di ospedali, banche e aziende.

    Leggi anche: Che cos’è Wannacry, il malware che ha infettato migliaia di computer in tutto il mondo

    Tra le società colpite vi furono le ferrovie tedesche, la Renault, il sistema sanitario britannico, dove andò in tilt un ospedale su cinque, e anche l’Università di Milano Bicocca.

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    In un articolo pubblicato online dal Wall Street Journal, Tom Bossert, consulente per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, ha incolpato Pyongyang affermando di avere prove sufficienti e minacciando che chiunque abbia danneggiato gli Stati Uniti dovrà rispondere delle proprie responsabilità.

    Già pochi giorni dopo l’attacco informatico, gli esperti sostenevano che dietro il ransomware ci fosse la Corea del Nord.

    Leggi anche: Perché gli esperti accusano la Corea del Nord per l’attacco informatico WannaCry

    Gli esperti di sicurezza avevano individuato nel Lazarus group – un’entità hacker che lavora per conto del governo nordcoreano – il possibile responsabile del blocco dei dispositivi di 150 paesi del mondo.

    Secondo un ricercatore di Google, Neel Mehta, esistevano analogie nel codice del virus e altri strumenti elaborati in passato e attribuiti al gruppo che viene collegato al regime di Pyongyang.

    Il virus contagiò 200mila computer, in 150 paesi, causando miliardi di danni.

    Lazarus era stato ritenuto responsdabile anche dell’attacco hacker condotto nel 2014 contro Sony Pictures Entertainment, che ha distrutto i file e ha diffuso le comunicazioni aziendali, causando notevole imbarazzo.

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