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    I membri della SPD si stanno esprimendo sul governo di coalizione tedesco tramite un referendum

    Angela Merkel e Martin Schulz. Credit: Anadolu Agency/ Afp

    L'accordo sulla "Grosse Koalition", faticosamente raggiunto dai leader di SPD, CDU e CSU, rischia di non essere approvato dalla base degli iscritti al partito socialista tedesco

    Di Noemi Valentini
    Pubblicato il 20 Feb. 2018 alle 13:43 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:02

    Il partito socialdemocratico tedesco (SPD) ha inviato centinaia di migliaia di schede ai suoi membri, perché prendano la decisione definitiva sulla cosiddetta Grosse Koalition, ossia l’accordo per un governo di larghe intese insieme all’unione cristiano-democratica (CDU), il partito della cancelliera Angela Merkel.

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    L’accordo è stato raggiunto dopo mesi di stallo ed estenuanti trattative tra i leader dei due principali partiti tedeschi, ed era stato presentato alla base del partito socialista durante alcune conferenze, e deve ora essere approvato attraverso il referendum.

    Leggi anche: Le sfide, le prospettive e gli obiettivi del nuovo governo di coalizione in Germania

    Le votazioni partono ufficialmente martedì 20 febbraio, data alla quale ognuno dei quasi 450mila membri del partito dovrebbe avere ricevuto per posta la scheda riportante il seguente quesito: “Il Sozialdemokratische Partei Deutschlands deve chiudere l’accordo negoziato con CDU e CSU? Sì o no”.

    Alla risposta andrà accompagnata anche una dichiarazione giurata, e le operazioni di voto, che dureranno fino alle ore 24 del 2 marzo, costeranno al partito circa 1,5 milioni di euro.

    Ognuno ha infatti ricevuto oltre alla scheda anche una copia dell’accordo di coalizione (scaricabile anche online), uno speciale del giornale di partito Vorwärts.

    Lo spoglio avverrà a partire dalla notte tra il 2 e il 3 marzo nella Willy-Brandt-Haus a Berlino, sede della SPD, e impiegherà 120 volontari e speciali macchinari che possono aprire fino a ventimila buste all’ora.

    Nonostante i vertici di partito si siano detti fiduciosi dopo l’incontro con la base, il referendum arriva in un momento delicatissimo per l’equilibrio del partito.

    La SPD ha in questo momento meno del 17 per cento delle preferenze per via di una picchiata nei consensi che la porta ad essere superata dall’AfD, partito di estrema destra populista, e l’esito delle votazioni è tutt’altro che scontato.

    Se dovesse prevalere il no, i cittadini tedeschi potrebbero dover tornare alle urne, con un concreto rischio per il partito social-democratico veder di sparire ogni aspirazione di governo.

    Ci si aspetta quindi un testa a testa. Diversi elettori hanno già contestato la forma delle lettere, ritenuta troppo faziosa, cui sono allegate 2 pagine e mezzo di spiegazione dell’accordo che a quanto lamentano presentano solo i vantaggi (e non anche gli svantaggi) della proposta.

    Moltissimi esponenti del partito hanno inoltre aderito alla campagna #NoGroKo (no alla grande coalizione), supportata da centinaia di persone e lanciata da Kevin Kühnert, leader dei Jusos, la sezione giovanile della SPD.

    Nelle sedi della sinistra tedesca si respira aria di rinnovamento, richiesto a gran voce da tanti militanti e, pare, dallo stesso leader di partito Martin Schulz, che si è dimesso dalla segreteria di partito rinunciando anche a partecipare in prima persona al governo.

    A succederlo sarà probabilmente Andrea Nahles, la attuale capogruppo al parlamento, che dovrà essere formalmente nominata al congresso della SPD del 22 aprile.

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