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    La Catalogna “non accetterà” il piano del primo ministro spagnolo Rajoy

    Credit: Afp

    Nella serata di sabato 21 ottobre, il presidente della regione autonoma Carles Puigdemont ha inviato un messaggio di risposta al governo di Madrid, intenzionato a sospenderne l'autorità attraverso l'applicazione dell'articolo 155 della Costituzione. Ecco cosa ha detto:

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 22 Ott. 2017 alle 10:26 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:43

    “Il popolo della Catalogna non può accettare le misure illegali prese dal governo spagnolo per governare direttamente la regione da Madrid”, ha detto il presidente della Catalogna, Carles Puigdemont in un messaggio di risposta al primo ministro Rajoy, dopo la sua decisione di sospendere le autorità locali catalane applicando l’articolo 155 della Costituzione spagnola.

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    Il presidente catalano ha poi chiesto al parlamento regionale di agire contro le misure del governo nazionale. Puigdemont ha detto inoltre che la decisione del primo ministro spagnolo Rajoy di sospendere il governo regionale e indire nuove elezioni, è stato “il peggior attacco contro le istituzioni e il popolo della Catalogna dalla dittatura militare di Francisco Franco”.

    “Chiedo al Parlamento di riunirsi in una sessione plenaria durante la quale noi, i rappresentanti della sovranità dei cittadini, saremo in grado di decidere su questo tentativo di liquidare il nostro governo e la nostra democrazia e agire di conseguenza”, ha detto Puigdemont nel suo messaggio televisivo.

    Il presidente catalano si è poi detto pronto a proclamare la repubblica se il governo spagnolo deciderà di non aprire al dialogo con la Generalitat.

    Cosa è successo finora

    Ieri, alla presenza di tutti i ministri del suo governo, il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy aveva annunciato la decisione di applicare, per la prima volta nella storia della Spagna, l’articolo 155 della Costituzione. Madrid ha così deciso di sospendere il presidente della Catalogna Carles Puigdemont, il vicepresidente  Oriol Junqueras e tutti i consiglieri. La richiesta sarà ora formulata al Senato, dove Rajoy possiede la maggioranza assoluta dell’assemblea.

    Per il governo spagnolo, il presidente catalano si è infatti reso responsabile di una “disobbedienza ribelle, sistematica e consapevole” degli obblighi previsti dalla legge e dalla Costituzione e ha “gravemente attentato” all’interesse generale dello stato.

    Il testo dell’articolo 155

    “Se una Comunità Autonoma non compie gli obblighi che le impongono la Costituzione o altre leggi, o agisce in forma che attenti gravemente all’interesse generale della Spagna, il Governo dopo avere interpellato il Presidente della Comunità Autonoma e nel caso in cui non ne conseguano risultati, con l’approvazione a maggioranza assoluta del Senato, potrà adottare le misure necessarie per poterla obbligare al compimento forzoso di tali obblighi o per la protezione dell’interesse generale. Per l’esecuzione delle misure previste nel precedente capoverso il Governo potrà dare istruzioni a tutte le autorità delle Comunità Autonome”.

    Come si è arrivati fin qui

    Sabato 21 ottobre è stata convocata una nuova protesta degli indipendentisti, dopo quella dello scorso 17 ottobre, per chiedere il rilascio dei due leader indipendentisti arrestati con l’accusa di sedizione, Jordi Sánchez e Jordi Cuixart.

    Lo scorso primo ottobre, in un referendum dichiarato illegale dalla Corte costituzionale spagnola, i catalani si sono espressi in favore dell’indipendenza da Madrid.

    Il 10 ottobre, il presidente catalano Carles Puigdemont, in un discorso di fronte al parlamento regionale, ha di fatto dato il via all’iter per l’indipendenza della regione autonoma dalla Spagna.

    I popolari di Rajoy hanno sancito un accordo politico con i socialisti che, a fronte del sostegno all’articolo 155, hanno chiesto che venga riformata la costituzione nella parte in cui disciplina le autonomie regionali, e che si vada alle elezioni in Catalogna.

    – LEGGI ANCHE: Cosa prevede l’art. 155 della Costituzione spagnola con cui Madrid può impedire l’indipendenza della Catalogna
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