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    Il sindaco di Minneapolis si inginocchia e piange davanti alla tomba di George Floyd | VIDEO

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 5 Giu. 2020 alle 10:05 Aggiornato il 5 Giu. 2020 alle 16:11

     

    Il sindaco di Minneapolis si inginocchia e piange dinnanzi alla tomba di George Floyd

    Ieri, giovedì 4 giugno, si è svolta a Minneapolis la prima cerimonia funebre per George Floyd, il 46enne afroamericano morto il 26 maggio scorso in seguito al fermo della polizia. Dopo una settimana di proteste e rivolte in tutti gli Stati Uniti per chiedere giustizia sulla terribile vicenda, amici, parenti, familiari e istituzioni si sono radunati nella chiesa della North Central University per commemorare Floyd. Presente alla cerimonia anche il sindaco di Minneapolis, Jacop Frey, che si è schierato dal primo momento dalla parte dei manifestanti e ha subito accolto la decisione del procuratore della contea di Hennepin di arrestare Dereck Chauvin, il poliziotto di 44 anni che ha soffocato Floyd premendogli il ginocchio sul collo per circa 9 minuti.

    Prima della cerimonia, il sindaco di Minneapolis si è inginocchiato davanti alla tomba di George Floyd e si è commosso, singhiozzando a lungo dinnanzi alla salma. Le immagini sono emozionanti. Ieri tutti i poliziotti coinvolti nell’omicidio sono stati arrestati. Dopo Dereck Chauvin, sono stati portati in carcere anche Thomas Lane e Tou Thao, il quarto – Alexander Kueng – si era consegnato già nel primo pomeriggio. L’accusa per Chauvin dovrebbe essere aggiornata, passando da omicidio colposo a omicidio volontario non premeditato. Per i quattro agenti coinvolti è stata fissata una cauzione da un milione di dollari. Chauvin rischia adesso un massimo di 40 anni di carcere.

    Leggi anche:

    1. “Il gigante buono”: chi era l’afroamericano morto soffocato dalla polizia negli Usa / 2. George Floyd, l’autopsia indipendente smentisce quella delle autorità: “Morto per asfissia” / 3. Arrestati altri tre poliziotti coinvolti nella morte di George Floyd / 4. La violenza di Minneapolis è anche la risposta ai mandati di Obama, il presidente nero che ha amplificato le paure dell’America bianca

     

     

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