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    Salvini, ma ti sei almeno reso conto che con i tuoi diktat stai facendo tutto tranne gli interessi dell’Italia?

    Credit: Afp
    Di Laura Melissari
    Pubblicato il 2 Lug. 2019 alle 20:52 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 00:42

    Salvini diktat contro Italia | Ursula Von Der Leyen sarà la nuova presidente della Commissione europea. I 28 capi di stato e di governo della Ue riuniti in Consiglio a Bruxelles hanno trovato l’accordo sul suo nome. Qui abbiamo spiegato quali sono le prossime tappe perché la ministra della difesa tedesca succeda ufficialmente a Jean Claude Juncker.

    Sfuma così l’ipotesi del socialista Frans Timmermans, attuale vicepresidente della Commissione, su cui nelle ore scorse sembrava esserci un accordo. L’Italia ha posto il veto sulla sua nomina, ma lo scenario che si è aperto è ben meno roseo – se si guarda agli interessi del nostro paese – di quello che sarebbe potuto aprirsi con Timmermans alla guida dell’esecutivo Ue.

    Un presidente antiausterity, legato all’Italia, tanto da parlarne benissimo la lingua, e pronto a seguire una linea sui migranti che prevedesse una redistribuzione delle responsabilità per non lasciare tutto il peso all’Italia. Era questo ciò che sarebbe potuto succedere se Matteo Salvini, e per sua mano il presidente del Consiglio Conte, non avessero messo i bastoni alla candidatura, insieme ad altri paesi dell’est Europa.

    Il risultato? Una presidente della Commissione tedesca e una francese alla Banca centrale europea.

    Ma Matteo Salvini non era quello che voleva cambiare l’Europa? Che voleva interrompere il “duopolio” franco-tedesco? Che voleva che l’Italia non fosse lasciata sola nella gestione dei flussi migratori?

    Se era così, allora, qual è stato il senso di questa scelta? Perché bloccare una nomina come quella di Timmermans, allineandosi alle posizioni di Orban e compagni, e aprire a una serie di vertici Ue non esattamente “convenienti” all’Italia?

    L’Italia esce da una legislatura in cui 3 delle 5 poltrone principali erano ricoperte da italiani. Da Antonio Tajani al parlamento Ue a Mario Draghi alla Bce, passando per Federica Mogherini Alto rappresentante per la politica estera.

    Uno scenario simile era praticamente impossibile da replicare. Ma allo stato attuale delle cose, l’isolamento dell’Italia in Ue è sempre più evidente, marcato e preoccupante. E siamo solo all’inizio della legislatura. Difficile immaginare che possa andare meglio. Non finché al governo ci saranno dilettanti da un lato, e autolesionisti dall’altro. Autolesionisti, ma con un consenso strabordante.

    Un consenso costruito su una narrazione della realtà totalmente slegata dai fatti e dai dati. Un consenso che ogni giorno sceglie un nemico da gettare in pasto alla folla, da dilaniare e strappare a morsi.

    Un consenso amplificato dal vuoto cosmico che c’è ai suoi lati, con una opposizione che fa un eco imbarazzante.

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