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    Russiagate: arrestato Roger Stone, ex consigliere del presidente Trump

    Le accuse contro Stone sono di ostruzione, corruzione di testimoni e falsa testimonianza

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 25 Gen. 2019 alle 13:11 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:35

    Continuano gli arresti di persone vicine al presidente americano Donald Trump nel caso Russiagate: il 25 gennaio 2019 è stato arrestato Roger Stone, un alleato storico dell’inquilino della Casa Bianca.

    Le accuse contro Stone sono di ostruzione, corruzione di testimoni e falsa testimonianza, secondo quanto dichiarato dal consulente speciale Muller che segue le indagini sulle relazioni tra il presidente Trump e la Russia.

    Secondo Muller, nell’estate del 2016 Stone avrebbe parlato di Wikileaks con gli alti funzionari della campagna elettorale di Trump, affermando di essere in possesso di informazioni che “avrebbe potuto avere sarebbero state dannose per la campagna di Clinton. Stone”, spiegano ancora dall’ufficio di Muller, “è stato contattato dagli stessi alti funzionari della campagna Trump per informarsi sulle future informazioni che sarebbero state rilasciate da WikiLeaks” e che avrebbero favorito la candidatura dell’attuale presidente.

    Stone, secondo l’accusa, avrebbe rilasciato false informazioni sui suoi rapporti con WikiLeaks e avrebbe “negato – mentendo – di possedere delle registrazioni contenenti le prove dei suoi contatti con WikiLeaks”, oltre ad aver cercato di corrompere alcuni testimoni del processo a cambiare versione.

    Il 4 ottobre 2016 il capo di Wikileaks, Julian Assange, “ha tenuto una conferenza stampa ma non ha rilasciato nuovo materiale relativo alla campagna di Clinton. Poco dopo, Stone ha ricevuto una e-mail dal funzionario della campagna di Trump che chiedeva se WikiLeaks avrebbe rilasciato nuove indiscrezioni. Stone ha risposto che il capo [di Wikileaks] avrebbe rilasciato ogni settimana nuove informazioni”.

    Proprio intorno al 7 ottobre 2016, secondo l’accusa, WikiLeaks “ha rilasciato la prima serie di email rubate al presidente della Campagna di Clinton (John Podesta, ndr)”.

    “Poco dopo la pubblicazione di WikiLeaks , un collaboratore di un alto funzionario della campagna di Trump ha inviato a Stone un messaggio che diceva ‘ben fatto’. Nelle conversazioni successive con i funzionari della campagna Trump, Stone si è vantato di aver correttamente previsto la pubblicazione del 7 ottobre 2016”.

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