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    Russia, ritirate le accuse contro il giornalista Golunov: “Insieme abbiamo realizzato l’impossibile”

    Di Marta Facchini
    Pubblicato il 11 Giu. 2019 alle 20:49 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:47

    Ritirate accuse giornalista Golunov – Dopo l’uscita dal carcere e gli arresti domiciliari, ora per Ivan Golunov, giornalista del quotidiano online Meduza, sono state ritirate le accuse di possesso e traffico di droga. Il caso è stato chiuso: il reporter, conosciuto per le sue inchieste indipendenti, è libero. A dichiararlo è stato il ministro dell’Interno, Vladimir Kolokoltsev, annunciando la fine del fermo che aveva scatenato le polemiche dell’opinione pubblica.

    “In base ai risultati degli esami biologici, forensi, genetici e delle impronte digitali, è stata presa la decisione di chiudere il procedimento penale nei riguardi del signor Ivan Golunov per mancanza di prove della sua partecipazione al reato”, ha dichiarato il ministro.

    E, di fronte a un processo che aveva scatenato da subito dubbi sull’autenticità delle accuse, sono saltate le prime poltrone. Kolokoltsev ha annunciato il licenziamento di due alti funzionari della polizia coinvolti nell’arresto, il capo della polizia di Mosca occidentale, il maggior generale Andrei Puchkov, e il capo del dipartimento di polizia di Mosca per il narcotraffico, il maggior generale Yury Devyatkin. I loro sottoposti – che avrebbero arrestato, interrogato, e forse picchiato, Golunov nei due giorni trascorsi in carcere – sono stati esentati dal lavoro fino alla conclusione di un’indagine sul loro operato.

    La chiusura del caso Golunov rappresenta un inedito in Russia sia per la reazione della società civile sia per quella delle autorità che hanno ammesso la costruzione di un caso falso. Sul corpo di Golunov gli esperti non avevano trovato tracce di droga ed era emerso, inoltre, che le foto diffuse sul materiale stupefacente sequestrato nella sua abitazione erano false, elementi che rendono plausibile che il reporter fosse stato incastrato in un’operazione ideata appositamente come vendetta per il suo lavoro.

    Nei giorni scorsi centinaia di persone si erano mobilitate per la liberazione del reporter. Una reazione comune, giornalisti e cittadini insieme. I tre principali quotidiani nazionali – Kommersant, Vedemosti e Rbk – erano usciti con la stessa prima pagina che riportava a caratteri cubitali la frase “Siamo tutti Ivan Golunov”.

     

    Alla notizia della liberazione di Golunov, la dirigenza del sito Meduza, insieme ad altri esponenti del giornalismo indipendente russo, ha rilasciato una dichiarazione congiunta: “Insieme abbiamo realizzato l’impossibile”.

    Reporters senza frontiere (Rsf) ha celebrato “la storica mobilitazione” dei russi che ha spinto le autorità a ritirare le accuse contro Golunov. E ha chiesto che “chi ha cercato di incastrarlo sia giudicato”.

    Una richiesta simile è venuta anche all’oppositore Aleksei Navalny su Twitter, che ha esplicitato la sua “gioia” per la notizia della chiusura della vicenda. “Il ministero dell’Interno ha ammesso che il caso era fabbricato e due grossi capi della polizia sono stati licenziati. Ne consegue che ci sono dei poliziotti-esecutori che hanno commesso un crimine particolarmente grave. Ci sono dei mandanti e devono essere arrestati”.

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