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    Regno Unito, nuove regole sull’immigrazione: entra solo chi parla inglese e ha un lavoro qualificato

    Credit: Pixabay
    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 19 Feb. 2020 alle 13:25 Aggiornato il 19 Feb. 2020 alle 13:32

    Archiviata la Brexit, il Regno Unito di Boris Johnson cambia le regole sull’immigrazione e adotta un sistema molto rigido, ispirato a quello australiano. Dal 2021 potrà entrare nel paese solo chi conosce la lingua inglese e ha un lavoro qualificato. Sarà in vigore un meccanismo a punti che valuterà le competenze e darà la precedenza a chi arrivi già in possesso di un’offerta di lavoro o accademica.

    In particolare, saranno valutati la conoscenza della lingua, l’offerta di un lavoro qualificato, il relativo stipendio e il settore nel quale si verrebbe impiegati, favorendo chi dovrebbe lavorare in un comparto che necessità manodopera.

    “Per troppo tempo, un sistema migratorio distorto dalla libertà di circolazione europea non è riuscito a soddisfare le esigenze del popolo britannico. La nostra proposta cambierà tutto questo”, si legge nel Libro Bianco, presentato dal ministro dell’Interno, Priti Patel. “Dobbiamo spostare l’attenzione della nostra economia dall’accontentarsi di manodopera a basso costo dall’Europa verso l’investimento in tecnologia, in particolare nel settore dell’automotive”.

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    Le offerte di lavoro per gli immigrati dovranno garantire uno stipendio annuo superiore alle 25.600 sterline (pari a circa 30.800 euro): la soglia richiesta è dunque più bassa rispetto a quella prevista oggi per gli stranieri extracomunitari (30.000 sterline, circa 36.000 euro).

    “La cosa giusta è che le persone parlino inglese prima di venire nel nostro Paese” e che “abbiano un percorso sponsorizzato, attraverso un lavoro o un’istituzione accademica”, ha spiegato il ministro Patel, secondo cui questo nuovo sistema garantirà che “potranno venire nel Regno Unito solo i migliori e più brillanti”.

    Le nuove regole sull’immigrazione hanno sollevato critiche da parte di alcune imprese, che accusano il Governo guidato da Boris Jonhson di esporre l’economia britannico a conseguenze “disastrose”. Anche il Partito laburista e Liberali hanno condannato il piano.

    L’esecutivo ha risposto confermando che gli europei già presenti sul territorio del Regno Unito hanno il diritto di rimanere dopo la Brexit e rimarcando come queste persone “daranno alle aziende la flessibilità necessaria per soddisfare le esigenze del mercato del lavoro”. Il Governo ha annunciato che sta preparando anche un “programma di comunicazione globale” per spiegare queste novità.

    Regno Unito, le nuove regole sull’immigrazione in 6 punti

    Di seguito, i 6 punti chiave del nuovo piano, come li ha riassunti il quotidiano britannico The Guardian.

    1. I confini del Regno Unito saranno chiusi ai lavoratori non qualificati e tutti gli immigrati dovranno parlare inglese.

    2. Chiunque voglia venire nel Regno Unito per lavorare deve avere un’offerta di lavoro con una salario minimo di 25.600 stelrine (la soglia è abbassata a 20.480 sterline in casi speciali in cui potrebbe esserci una carenza di competenze, come in assistenza infermieristica).

    3. Nessun posto per i lavoratori autonomi, come idraulici o muratori.

    4. Ai controlli di frontiera non saranno più accettate carte d’identità da paesi come Italia e Francia (questo per scoraggiare i lavoratori extracomunitari che viaggiano con documenti contraffatti o rubati).

    5. La soglia di competenze per i cittadini stranieri che desiderano lavorare nel Regno Unito sarà abbassata dal livello ai livelli A o al loro equivalente. Il tetto al numero di lavoratori qualificati sarà abolito e un piccolo numero di lavoratori altamente qualificati potrà entrare senza lavoro.

    6. Il diritto di artisti, sportivi e musicisti di partecipare a spettacoli, competizioni e audizioni sarà mantenuto.

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