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    “L’indipendenza della Catalogna è questione di giorni”, secondo il presidente catalano

    Credit: Afp

    Carles Puigdemont ha parlato nella sua prima intervista dopo il referendum per l'indipendenza

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 4 Ott. 2017 alle 09:08 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:02

    Nella sua prima intervista da quando si è tenuto il referendum in Catalogna, rilasciata all’emittente britannica BBC, il presidente catalano Carles Puigdemont ha detto che “l’indipendenza è questione di giorni”.

    Puigdemont ha riferito ai giornalisti britannici che il suo governo si attiverà per l’indipendenza “alla fine di questa settimana o all’inizio della prossima”.

    Alla domanda su un possibile intervento del governo spagnolo per esautorare le autorità regionali e prendere direttamente il controllo del governo catalano, il presidente Puigdemont ha risposto che questo sarebbe “un errore in grado di cambiare tutto”.

    Puigdemont ha aggiunto poi che al momento non c’è stato alcun contatto né trattativa con il governo di Madrid. Inoltre, il presidente catalano ha anche risposto alle autorità europee che avevano bollato il referendum in Catalogna come un “problema interno alla Spagna”, sostenendo come la questione della regione autonoma spagnola riguardi invece tutta l’Europa.

    Il governo regionale autonomo della Catalogna ha fatto sapere che il presidente Puigdemont rilascerà una dichiarazione ufficiale alle 19 di mercoledì 4 ottobre.

    L’intervista di Puigdemont si è tenuta pochi minuti prima del discorso del re spagnolo Felipe VI alla nazione, in cui ha definito il referendum un atto “di slealtà inaccettabile da parte delle autorità catalane”.

    “Oggi, la società catalana è divisa”, ha aggiunto il re, avvertendo come la consultazione referendaria potrebbe mettere a rischio l’economia della ricca regione nord-orientale e quella di tutta la Spagna.

    Il monarca ha però anche sottolineato che la Spagna “supererà questi tempi difficili”, nonostante gli organizzatori del voto si siano posti “al di fuori della legge”.

    Intanto il 3 ottobre si è tenuto lo sciopero lo sciopero generale in tutta la regione autonoma.

    Centinaia di migliaia di persone in tutta la Catalogna hanno marciato, in particolare per le vie di Barcellona, per protestare contro la violenza usata dalla polizia durante le operazioni di voto. Negli scontri quasi 900 persone sono infatti rimaste ferite, tra questi anche 33 poliziotti.

    Le violenze perpetrate dalle forze dell’ordine avevano scatenato la reazione di diversi esponenti politici catalani, una “vergogna indegna per una democrazia” era stato il commento della sindaca di Barcellona Ada Colau.

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