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    A Maria Corina Machado il premio Nobel per la Pace. Beffato Donald Trump

    L'attivista venezuelana è una "donna che mantiene accesa la fiamma della democrazia in mezzo a un'oscurità crescente"

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 10 Ott. 2025 alle 11:08 Aggiornato il 10 Ott. 2025 alle 11:40

    Maria Corina Machado è la vincitrice del premio Nobel per la Pace 2025: lo ha comunicato pochi minuti fa il Comitato per il Nobel. L’attivista venezuelana ed ex deputata dell’Assemblea nazionale del Venezuela è stata premiata per “il suo instancabile lavoro nella promozione dei diritti democratici del popolo venezuelano e per la sua lotta per raggiungere una transizione giusta e pacifica dalla dittatura alla democrazia”. Secondo il comitato del Nobel, Machado è una “donna che mantiene accesa la fiamma della democrazia in mezzo a un’oscurità crescente”.

    Jorgen Watne Frydnes, nell’annunciare il nome del vincitore del premio Nobel per la Pace 2025, l’ha definita una “paladina della pace coraggiosa e impegnata”. Ingegnera, fondatrice del partito politico liberale Vente Venezuela, “ha speso anni della sua vita a lottare per la libertà del suo popolo” ed “uno degli esempi più straordinari di coraggio civile in America Latina nei tempi recenti. È una figura chiave, unificatrice in un’opposizione politica che una volta era profondamente divisa, un’opposizione che ha trovato terreno comune nella richiesta di elezioni libere e di un governo rappresentativo”.

    Nelle ultime ore era circolato con insistenza il nome di Donald Trump, dopo la tregua firmata da Israele e Hamas. Il presidente Usa non aveva mai nascosto la sua ambizione di ricevere la prestigiosa onorificenza. Di recente, negli stessi momenti in cui l’esercito israeliano invadeva Gaza City, il tycoon aveva affermato: “Sto facendo un ottimo lavoro per la pace in Medio Oriente. Dovrei ricevere molti premi per questo”. Alcune settimane prima, invece, Trump aveva parlato esplicitamente di Nobel per la Pace affermando che non riceverlo sarebbe stato “un insulto per gli Usa”.

    La tregua firmata da Israele e Hamas aveva rilanciato la candidatura del presidente Usa, spinta dallo stesso presidente israeliano, Isaac Herzog, che ha dichiarato: “Non c’è dubbio che meriti il premio Nobel per la pace per questo”. Una candidatura avallata anche dal ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani (“Certamente i titoli li avrebbe. Può essere o meno simpatico, ma il risultato lo sta raggiungendo”) e dal vicepremier Matteo Salvini, che ha scritto sui social: “Se le armi finalmente taceranno, il presidente Donald Trump merita davvero il Premio Nobel per la Pace”.

    La chance per il tycoon, però, erano pressoché nulle dal momento che l’ultima riunione del Comitato per il Nobel si è tenuta lo scorso lunedì, molto prima, quindi, della tregua tra Israele e Hamas. “Gli ultimi passi sono stati messi in atto lunedì, ma non diciamo mai quando il Comitato per il Nobel prende la sua decisione” ha sottolineato un portavoce. E nessuna riunione aggiuntiva è prevista fino a venerdì 10 ottobre 2025, giorno in cui verrà ufficializzato il nome del vincitore. Secondo lo storico del Nobel Asle Sveen, le cui parole sono riportate da La Stampa, l’accordo tra Israele e Hamas “non ha assolutamente alcun impatto” sulla scelta del vincitore del 2025 perché “il comitato per il Nobel ha già preso la sua decisione”. Ed ha aggiunto: “Trump non vincerà il premio quest’anno. Ne sono sicuro al 100%”.

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