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    Polonia, donna incinta muore dopo aver portato in grembo un feto morto per 7 giorni

    Credit: Ansa foto
    Di Sofia Gadici
    Pubblicato il 27 Gen. 2022 alle 10:26 Aggiornato il 27 Gen. 2022 alle 10:32

    In Polonia una donna incinta è morta dopo aver portato in grembo un feto morto per una settimana. L’ospedale che ha avuto in cura la donna nega che ci siano state irregolarità. I pubblici ministeri, però, hanno avviato un’indagine. Gli attivisti incolpano il divieto di aborto quasi totale che l’anno scorso è entrato in vigore in Polonia.

    La donna aveva 37 anni e si chiamava Agnieszka. Ha lasciato un marito e tre figli. Era incinta di due gemelli e, per i familiari, l’ospedale l’ha costretta a portare in grembo un feto morto perché i medici temevano di mettere in pericolo il gemello. Dopo poco, comunque, è morto anche lui. I due feti sono stati rimossi ma la donna si è aggravata ed è morta.

    “Chiediamo giustizia e una riparazione per la morte di nostra moglie, madre, sorella e amica”, ha scritto la famiglia sui social. “Questa è un’ulteriore prova che il governo ha le mani insanguinate“, hanno aggiunto.

    L’ospedale ha rilasciato una dichiarazione in cui spiega: “Dopo la morte del primo figlio è stato adottato un approccio attendista perché c’era la possibilità di salvare il secondo figlio”. La donna, riferiscono, il 23 gennaio era risultata anche positiva al Coronavirus.

    Per l’ospedale sono state “intraprese tutte le azioni possibili per salvare la vita dei bambini e del paziente. Il comportamento dei medici non è stato influenzato da nient’altro che dalle considerazioni mediche e dalla cura del paziente e dei suoi bambini”.

    Le indagini e gli attivisti

    La procura della città di Częstochowa ha annunciato che vengono ipotizzati due reati: l’esposizione di un paziente al rischio di perdere la vita e l’omicidio colposo.

    Per i sostenitori delle restrizioni all’aborto la legge consente l’interruzione se la gravidanza minaccia la vita o la salute della madre. Quanto accaduto è il risultato di un errore medico, non della legge. Per una delle principali attiviste polacche contro l’aborto, Kaja Godek, si sta “strumentalizzando la morte di una donna incinta per stratagemmi politici e campagne a favore dell’aborto”

    In Polonia un caso simile è avvenuto anche lo scorso autunno: una donna incinta morì dopo che i medici si erano rifiutati di porre fine alla sua gravidanza nonostante al feto fosse stata diagnosticata una malformazione mortale. Il fatto suscitò proteste di massa contro la legge sull’aborto. Dimostrazioni simili sono in programma anche per questo nuovo caso.

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