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    Zaki: altri 45 giorni di carcere. Respinta la richiesta di cambio dei giudici

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 6 Apr. 2021 alle 15:49 Aggiornato il 7 Apr. 2021 alle 12:14

    “Patrick Zaki è in un pessimo stato psicologico”. I legali chiedono il cambio dei giudici

    Patrick George Zaki, lo studente dell’università di Bologna arrestato oltre un anno fa in Egitto, “dovrà restare in carcere per altri 45 giorni. È stata inoltre respinta la richiesta, presentata ieri dalla difesa, di un cambio dei giudici che seguono il caso”. Lo ha scritto su Twitter Amnesty Italia. Zaki “è in un pessimo stato psicologico” ha denunciato la legale dello studente egiziano detenuto al Cairo da 14 mesi, Hoda Nasrallah. Ma il periodo di carcerazione del ricercatore dell’Università di Bologna è stato prolungato dopo l’udienza di oggi, lunedì 6 aprile.

    Dall’Egitto non arrivavano segnali positivi: la polizia ha impedito la presenza in aula dei diplomatici stranieri di Francia, Italia, Canada e Stati Uniti, interessati al caso di Patrick, che si sono limitati a depositare “comunicazioni scritte per esprimere l’interessamento al caso”. Un gesto solo formale. A anche la richiesta di sostituzione dei giudici che si occupano del fascicolo non è stata accolta.

    Ma Nasrallah non credeva in un imminente scarcerazione, dopo un anno di rinnovi, prima a intervalli di 15 giorni, ora di 45, che danno l’idea di un vero accanimento da parte delle autorità giudiziarie. La legale aveva detto all’Ansa che non era stato possibile parlare con Zaki proprio a causa delle sue condizioni psicologiche. Lo studente è scoraggiato. “Ultimamente sta diventando sempre più depresso, sentendosi bloccato e vivendo nell’incertezza su quando tutto questo finirà”, aveva già detto la sorella Marise. “Siamo molto preoccupati”, afferma Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.

    “La situazione è veramente urgente. Non vorrei apparire o sembrare blasfemo ma questa è veramente la ‘Passione’ di Patrick. È urgente che ci sia il massimo della mobilitazione possibile sul piano diplomatico, che coinvolga soprattutto l’Italia. Va bene aspettare l’esito dell’udienza però qui siamo di fronte a una situazione su cui è necessario fare il massimo e farlo presto”, ha dichiarato Noury.

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