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    Nuova Zelanda, chi sono i leader politici che il killer vuole morti

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 15 Mar. 2019 alle 10:40 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 16:18

    Il 15 marzo 2019 decine di persone sono morte in due diversi attentati in Nuova Zelanda contro due moschee. 

    Brenton Tarrant, uno degli attentatori, ben prima dell’attacco aveva pubblicato un documento [qui il contenuto] in cui inneggia all’odio contro i migranti e i musulmani e anticipa la strage compiuta.

    Nel testo, dopo una lunga auto-intervista, Tarrant ha dedicato una sezione a tre politici mondiali a suo parere responsabili della “sostituzione etnica” degli europei, il cui posto è stato preso dai musulmani.

    >>> Il documento è stato rimosso, ma TPI è riuscito a recuperarlo e a leggerne il contenuto.

    >>> L’attacco alle moschee in Nuova Zelanda in diretta video su Facebook

    “Sono a noi ben noti i nemici delle nostre nazioni, quei nemici della nostra razza che camminano tranquillamente tra di noi, a testa alta, credendosi intoccabili”: inizia così la pagina intitolata “Uccidi i nemici di alto profilo”.

    >>> Chi è Brenton Tarrant, uno degli attentatori alle due moschee in Nuova Zelanda

    “Presto scopriranno che non è così. Sono dei traditori e come tali meritano di morire, non importa se ci vorranno 3 o 30 anni”, prosegue Tarrant.

    Il primo nome della lista è  la cencelliera tedesca: “Merkel, la madre di tutte le politiche anti-bianche e anti-germaniche, è al primo posto la lista. Pochi hanno fatto più  di lei per danneggiare e pulire a livello razziale l’Europa”.

    Subito dopo Tarrant punta il dito contro il presidente turco Erdogan, definito “il leader dei nemici storici del nostro popolo e del più grande gruppo islamico in Europa”.

    “La sua morte porterà anche ad uno scontro tra gli invasori turchi che attualmente occupano le nostre terre e la popolazione europea, eliminando il nemico numero uno della Russia e mandando in frantumi la Nato”, prosegue Tarrant.

    Ultimo della lista è Sadiq Khan, sindaco di Londra, “simbolo della privazione del diritto di voto e della sostituzione etnica degli inglesi. Questo invasore musulmano pakistano ora rappresenta il popolo di Londra. Quale miglior segno della rinascita bianca della morte di questo invasore?”.

    >>> “Sono un fascista”: l’auto-intervista del killer della strage in moschea

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