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    Messico, due poliziotti condannati per l’omicidio di un giornalista

    Il 2017 è stato l’anno con il più alto tasso di omicidi della storia del Messico. Molti omicidi di giornalisti nel paese rimangono impuniti.

    Nel paese centramericano gli omicidi dei giornalisti restano spesso impunti. I due agenti sono stati condannati a 25 anni di carcere

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 29 Mar. 2018 alle 11:52 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:02

    Due poliziotti sono stati condannati a 25 anni di carcere e al pagamento di 18mila dollari di risarcimento per l’omicidio di un giornalista messicano.

    La sentenza è considerata rara in Messico, dove la maggior parte dei crimini commessi contro i giornalisti restano impuniti.

    I poliziotti, identificati come Luigui Heriberto N and José Francisco N, sono accusati di aver ucciso il reporter e direttore del settimanale messicano La Unión, Moisés Sánchez, nello stato di Veracruz, la giurisdizione con il più alto numero di crimini contro giornalisti.

    La sentenza non soddisfa i familiari della vittima e i difensori della libertà di stampa. Il sindaco di Veracruz e presunto mandante dell’omicidio è ancora in fuga e altri sei poliziotti accusati di spaccio di droga e di essere agli ordini dello stesso sindaco non sono stati perseguiti.

    All’inizio delle indagini, il pubblico ministero aveva fermato 36 poliziotti per interrogarli.

    “La condanna dei due poliziotti per aver violato la legge è un passo avanti, ma non è giustizia”, ha scritto il figlio di Sánchez, Jorge, sull’agenzia di stampa online Plumas Libres.

    Moisés Sánchez era stato rapito il 2 gennaio 2015 nei pressi della sua abitazione a Medellín de Bravo, nello Stato di Veracruz. Il suo corpo senza vita era stato ritrovato tre settimane dopo.

    I poliziotti di Veracruz avevano inizialmente affermato che Sánchez non era un giornalista.

    L’uomo svolgeva un secondo lavoro in nero per sostenere il suo settimanale, La Unión. 

    Ha spesso criticato il sindaco di Medellín de Bravo per il cattivo stato dei servizi municipali e aveva rivelato l’esistenza di gruppi di vigilantes organizzati dai cittadini in risposta alla crescente insicurezza nella zona.

    Il Messico è considerato un dei paesi più pericoli per i giornalisti.

    Nel 2015 altri due giornalisti sono stati uccisi. Uno di loro, Leobardo Vázquez, è stato ucciso con un colpo di pistola il 21 marzo 2015 nello Stato di Veracruz.

    A maggio 2017 invece è stato ucciso Javier Valdez, il reporter del quotidiano messicano La Jornada che indagava sul narcotraffico nello stato di Sinaloa, nella stessa area in cui operava il famoso boss della droga, El Chapo.

    Il 2017 è stato l’anno con il più alto tasso di omicidi della storia del Messico

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