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    Nuova Zelanda, il manifesto dell’attentatore: dietro di lui la mano dei Cavalieri templari

    La prima pagina dal documento
    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 15 Mar. 2019 alle 08:11 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 16:18

    Nelle prime ore di venerdì 15 marzo 2019 ci sono stati due diversi attentati contro due moschee nella città di Christchurch, in Nuova Zelanda.

    Nello scontro a fuoco sono stati uccisi più di 40 fedeli musulmani, secondo quanto riferito dalle autorità neozelandesi.

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    Poco prima dell’attacco contro le due moschee, una delle persone arrestate, un australiano di 28 anni che avrebbe rivendicato la responsabilità degli attacchi aveva pubblicato un manifesto di 74 pagine contro i migranti.

    Il documento è stato rimosso, ma TPI è riuscito a recuperarlo e a leggerne il contenuto.

    Il testo intitolato “La grande sostituzione. Verso una nuova società, marciamo sempre in avanti” si apre con un cerchio diviso in otto parti: in ognuna è riportata una scritta e un’immagine che riassume i valori a cui l’uomo si ispira.

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    “Anti-imperialismo, protezione della cultura, giustizia e ordine”, sono alcuni degli slogan del manifesto.

    Nel documento si legge anche che l’attentatore, che in una parte del suo manifesto ha realizzato un’intervista a se stesso, afferma di essere un sostenitore del presidente americano Donald Trump.

    “Perché sei/eri un supporter di Donald Trump?”, si domanda l’attentatore. “In quanto simbolo di una rinnovata identità bianca, non come politico o leader”, è la risposta che l’uomo si dà.

    “Odi i musulmani?”, è un’altra domanda che si legge nel testo del manifesto.

    “I musulmani che vivono nel loro paese? No. I musulmani che scelgono di invadere il nostro paese, che vivono sul nostro territorio e che vogliono prendere il posto della nostra gente? Sì, li odio”.

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    “Ma quelli che disprezzo di più”, continua, “sono quelli della nostra stessa gente che si sono convertiti voltando le spalle alle proprie origini, alla propria cultura, alle tradizioni diventando traditori del loro stesso sangue”.

    L’attentatore, che si definisce un normale uomo bianco di 28 anni con alle spalle un’infanzia tranquilla, nel suo manifesto spiega di aver compiuto questo gesto per “assicurare l’esistenza della nostra gente e il futuro dei nostri figli”.

    “Hai legami con altri ‘combattenti per la libertà’ e ‘ethno-soldiers’?”, si legge ancora.

    “Sostengo molti di coloro che prendono posizione contro il genocidio etnico e culturale. Luca Traini, Anders Breivik, Dylan Roof, Anton Lundin Pettersson, Darren Osbourne. Ma ho avuto solo un breve contatto con Knight Justiciar Breivik, ricevendo una benedizione per la mia missione dopo aver contattato i suoi suoi fratelli Templari”.

    Il documento, che si apre con l’intervista, risulta poi diviso in sezioni in cui l’attentatore si rivolge ai conservatori, ai marxisiti, ai giudici, ai cristiani e infine ai turchi.

    Tra i temi affrontati nel documento anche “lo stupro delle donne da parte degli invasori”, la “radicalizzazione degli occidentali”, “il fallimento del principio di assimilazione”, “il paradosso dell’uguaglianza nella diversità”, “il pericolo degli invasori” e altri.

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