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    Golpe in Mali, i militari catturano il presidente e il primo ministro dopo il rimpasto di governo

    Il presidente del governo di transizione del Mali, Bah N’Daw. Credit: Alexis Sciard/IP3 via ZUMA Press

    Nove mesi dopo l’ultimo golpe del 18 agosto 2020, che portò al rovesciamento del presidente Ibrahim Boubacar Keita e all’insediamento dell’attuale governo “di scopo”, i militari hanno nuovamente preso il comando

    Di Clarissa Valia
    Pubblicato il 25 Mag. 2021 alle 15:55 Aggiornato il 25 Mag. 2021 alle 15:57

    Nuovo colpo di Stato in Mali. I militari, scontenti del nuovo governo annunciato dalle autorità di transizione, hanno rimosso con la forza il presidente Bah N’Daw e il primo ministro ad interim, Moctar Ouane, portandoli nel campo militare di Kati, a poche miglia dalla capitale Bamako. Nove mesi dopo l’ultimo golpe del 18 agosto 2020, quello che portò al rovesciamento del presidente Ibrahim Boubacar Keita e all’insediamento dell’attuale governo “di scopo”, i militari hanno nuovamente preso il comando dello stato dell’Africa nordoccidentale.

    Il primo ministro di transizione aveva detto di essere stato portato sotto costrizione dai soldati a casa del presidente Bah N’Daw. “Posso confermare che gli uomini di Goita sono venuti a prendermi e mi hanno portato a casa del presidente, che non è lontano dalla mia residenza”, ha detto il premier Mocatr Ouane in una breve conversazione telefonica con l’AFP, riferendosi all’uomo forte del Mali, il colonnello Assimi Goïta, attuale vicepresidente della transizione. La conversazione si è poi interrotta.

    Gli eventi sono precipitati poche ore dopo l’annuncio di un nuovo governo, ancora dominato dai militari, ma dal quale sono stati rimossi gli ufficiali vicini alla giunta che aveva preso il potere dopo il colpo di stato dell’agosto 2020 e di cui Assimi Goïta era il leader. I colonnelli avevano installato dopo poche settimane delle autorità di transizione, tra cui il presidente, Bah N’Daw – un ufficiale in pensione – e un governo guidato da Moctar Ouane, un civile.

    Secondo Mali Actu, sito d’informazione locale, ad alimentare il golpe è stato lo scontento dei militari della ex giunta al potere, i quali non avrebbero approvato proprio il rimpasto di governo che ha visto l’esclusione dei due militari, i colonnelli Sadio Camara e Modibo Koné, rispettivamente ex ministri della Difesa e della Sicurezza. I due saranno sostituiti rispettivamente dal generale Souleymane Doucoure e dal generale Mamadou Lamine Ballo.

    Il nuovo governo – formatosi ieri,  – è composto da 25 ministri tra cui anche due rappresentati dell’Unione per la Repubblica e la Democrazia (URD), la principale forza politica del Movimento 5-Jun (M5), il collettivo che ha guidato la protesta che ha portato al rovesciamento dell’ex presidente Keita.

    Golpe in Mali, le reazioni internazionali

    “I capi di Stato riuniti al Consiglio europeo chiedono l’immediata liberazione del presidente del Mali Bah N’Daw e del primo ministro Moctar Ouane”. Lo scrive su Twitter l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell. “Saranno adottate sanzioni contro coloro che intralciano la transizione“, aggiunge il politico spagnolo.

    Europa, Stati Uniti, il Regno Unito e Ecowas (la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale) hanno rilasciato una dichiarazione congiunta per richiedere il rilascio immediato dei due governanti. “Abbiamo seguito gli avvenimenti in Mali – dice il presidente del Consiglio europeo Charles Michel – b, con il rapimento del presidente Bah N’Daw e del primo ministro Moctar Ouane. Chiediamo il ritorno alla transizione che deve essere civile. Quello che è successo è grave e serio. Siamo pronti ad adottare le misure necessarie”.

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