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    Milano, Parigi, Londra, Madrid: lockdown a confronto (visti dall’America)

    A sinistra St. James's Park di Londra. EPA/ANDY RAIN. A destra una strada di Parigi. Credit: EPA/IAN LANGSDON

    Il New York Times racconta il lockdown a confronto in 6 città europee

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 13 Apr. 2021 alle 12:58 Aggiornato il 13 Apr. 2021 alle 12:59

    A oltre un anno dallo scoppio della pandemia, l’Europa è ancora alle prese con le misure anti-contagio. Per evitare nuove ondate, ogni Stato europeo ha predisposto restrizioni, che tuttavia includono regole diverse da Paese a Paese. Ma che differenze ci sono attualmente per chi vive a Parigi, Berlino, Milano o Varsavia? Pochi giorni fa, il New Tork Times ha pubblicato un articolo per mettere a confronto la situazione sul lockdown in 6 città europee. Ecco le differenze principali:

    A Parigi (e in altri 15 dipartimenti della Francia) a partire dal 19 marzo e per almeno un mese, è iniziato il terzo lockdown. Sono vietati gli spostamenti ingiustificati oltre i 10 chilometri dalla propria abitazione, mentre è stato decretato il divieto di spostamenti interregionali. Le attività non essenziali, inoltre, sono chiuse.

    Le regole in vigore a Berlino, invece, prevedono l’obbligo di indossare mascherine Ffp2 sui mezzi pubblici, nei negozi essenziali e nei musei e nelle gallerie d’arte, che è possibile frequentare solo su appuntamento. Le misure sono state prolungate fino al 18 aprile in tutta la Germania.

    La città italiana presa in considerazione dal New York Times è Milano, che si trovava in zona rossa, come tutta la Lombardia, fino a domenica 11 aprile. Con il passaggio in arancione, da ieri, si è assistito alla riapertura dei negozi e al rientro in classe di gran parte degli studenti, anche se bar e ristoranti restano chiusi ed è consentito solo l’asporto.

    Londra ha attraversato per mesi uno dei lockdown più stringenti non solo tra le città europee, ma anche a livello globale. Era vietato persino sedere su una panchina con qualcun altro. Ma a partire da ieri, 11 aprile, sono stati riaperti pub, ristoranti, palestre e negozi, dopo che i casi e i morti sono precipitati. Nel Regno Unito sono state somministrate 59 dosi di vaccino ogni 100 persone, rispetto alle 22 in Spagna e alle 21 in Francia e Italia.

    In Polonia la capitale Varsavia ha attraversato le restrizioni più dure a cavallo di Pasqua. Ad esempio, era previsto un numero massimo di persone ammesse nei supermercati, e i negozi non essenziali erano stati chiusi. Tuttavia, come ha ammesso il ministro della Salute polacco Adam Niedzielski, nel Paese c’è un problema di rispetto delle restrizioni.

    L’ultima tra le città europee esaminate dal quotidiano statunitense è Madrid, dove le autorità locali hanno scelto di mantenere il lockdown al minimo, nonostante l’aumento costante dei casi nelle ultime settimane. Qui bar, ristoranti, musei e teatri  restano aperti, e la città è diventata negli ultimi mesi una meta per gli europei che cercano una via di fuga dalle rigide regole dei propri Paesi.

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