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    Libia, Serraj non arretra: “Forza e fermezza contro il traditore Haftar”

    Il generale Khalifa Haftar e il premier di Tripoli Fayez al Serraj. Credit: Abdullah DOMA e Mahmud TURKIA / AFP
    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 7 Apr. 2019 alle 10:40 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 08:55

    Mentre continua l’avanzata del generale Kalifa Haftar verso Tripoli, nella capitale della Libia il premier del governo di unità nazionale, Fayez al Serraj, promette che difenderà le proprie posizioni con “forza e fermezza”.

    In un discorso pronunciato in televisione Serraj ha accusato Haftar di essere un traditore alla guida di un colpo di stato. “Abbiamo steso le nostre mani verso la pace”, ha affermato il premier riconosciuto dalla comunità internazionale. “Ma dopo l’aggressione da parte delle forze di Haftar e la sua dichiarazione di guerra contro le nostre città e la nostra capitale non troverà nient’altro che forza e fermezza”.

    Il premier, secondo una fonte anonima, avrebbe anche protestato contro la Francia accusando il presidente Emmanuel Macron di sostenere le milizie di Haftar con l’obiettivo di mettere le mani sulle fonti energetiche della Libia.

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    Gli scontri sono arrivati a 12 chilometri da Tripoli. Le milizie di Haftar hanno riferito di aver perso 14 uomini, ma hanno smentito la riconquista dell’aeroporto da parte delle forze fedeli al governo di Serraj, con cui si combatte anche nei cieli.

    Il signore della Cirenaica ha imposto una no-fly zone nell’ovest del paese: “Qualsiasi aereo militare o drone” sarà considerato “un obbiettivo nemico”, ha afferma il portavoce del Libyan national army (Lna) di Haftar, Ahmed Mismari. “Qualsiasi aereo militare in questa regione sarà considerato un obbiettivo nemico e l’aeroporto da cui è decollato sarà bombardato”.

    Intanto, l’inviato speciale dell’Onu per la Libia, Ghassan Salamé, parlando a Tripoli ha confermato che in assenza di impedimenti insormontabili la Conferenza nazionale indetta per il 14-16 aprile a Ghadames si svolgerà come previsto.

    Quanto all’Italia, dopo che l’Eni ha deciso di evacuare il personale italiano presente in Libia, il premier Giuseppe Conte ha ribadito al segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, il “forte sostegno italiano al processo di transizione politica guidato dalle Nazioni Unite”.

    Un portavoce del dipartimento di stato Usa ha fatto sapere che “promuovere la stabilità” in Libia “è una priorità del dialogo strategico Usa-Italia” e anche il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, si è espresso in favore del dialogo fra le parti.

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