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    Libia, attacco kamikaze al ministero degli Esteri: almeno sei morti, tra cui un diplomatico

    Di Marta Facchini
    Pubblicato il 25 Dic. 2018 alle 16:45 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 08:56

    Un diplomatico libico, il direttore del dipartimento per le relazioni islamiche Ibrahim al-Shaebi, ha perso la vita in un attacco kamikaze avvenuto, la mattina del 25 dicembre, contro l’edificio del ministro degli Esteri a Tripoli, in Libia. Nel palazzo del ministero avrebbero perso la vita altri due civili.

    Tra le vittime si contano anche gli attentatori: uno si sarebbe fatto esplodere e l’altro sarebbe stato ucciso dalle forze di sicurezza. Il terzo, che era disarmato e “indossava solo un giubbotto antiproiettile”, è stato ucciso dalle forze di sicurezza esterne.

    Tra le persone che hanno perso la vita, anche Abdulrahman Mazoughi, portavoce delle Brigate rivoluzionarie di Tripoli, una delle milizie più potenti della capitale.

    In una dichiarazione, il ministero degli Esteri ha parlato di un “attacco suicida” da parte di “elementi terroristici” e ha elogiato la “professionalità” dei servizi di sicurezza che “hanno limitato il numero delle vittime”.

    Si sospetta che l’attacco sia opera di una cellula dell’Isis formata da militanti dell’Africa sub-sahariana, come era già avvenuto per l’attacco condotto a settembre contro la sede dell’ente petrolifero libico (National oil corporation).

    La ricostruzione. Un’autobomba è esplosa all’esterno dell’edificio del ministero, situato su Al Shat Road, a un chilometro dall’ambasciata italiana a Tripoli. L’assalto è avvenuto intorno alle 10 (le 9 in Italia).

    Secondo quanto riferito dal portavoce delle forze speciali, Tarak al Dawass, un attentatore è entrato nell’edificio dove si è fatto esplodere al secondo piano. Un secondo assalitore è morto nel complesso del ministero dopo l’esplosione di una valigia che stava trasportando. Il terzo, che era disarmato e “indossava solo un giubbotto antiproiettile”, è stato ucciso dalle forze di sicurezza esterne.

    Il ministero fa capo al Governo di unità nazionale libico di Fayez al-Serraj, il premier che appena domenica scorsa aveva ricevuto a Tripoli il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

    Notizia in aggiornamento

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