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    Libano, il Governo introduce la tassa sulle telefonate via Whatsapp

    Prelievo da 20 centesimi di dollari su ciascuna chiamata: lo Stato mira a incassare 216 milioni all'anno

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 17 Ott. 2019 alle 16:34 Aggiornato il 17 Ott. 2019 alle 17:02

    Libano, il Governo introduce la tassa sulle telefonate via Whatsapp

    A partire dal primo gennaio 2020 in Libano le telefonate via Whatsapp, verranno fatte pagare 20 centesimi di dollari l’una. Lo stesso avverrà per tutte le altre telefonate effettuate tramite sistemi di Voip (Voice over the Internet protocol). I soldi generati dalle conversazioni telefoniche finiranno nelle casse dello Stato.

    Il provvedimento è stato deciso dal Ministero dell’Informazione di Beirut. Lo scopo della nuova tassa è quella di aumentare le entrate in vista del bilancio del 2020.

    Il numero di utenti Voip in Libano è stimato in circa tre milioni. Stimando una media di sei chiamate al giorno a testa per ogni cittadino, con il pagamento della tassa di 20 centesimi a chiamata, il governo dovrebbe riuscire a incassare circa 216 milioni all’anno.

    Non appena la notizia è stata diffusa, sui social network si sono subito scatenate le polemiche, dal momento che le chiamate fatte attraverso Internet sono perlopiù gratuite, o comunque già comprese all’interno del piano tariffario.

    La parlamentare libanese Paula Yacoubian si è detta solidale con chi ha protestato e contraria alla tassa annunciata dal governo del Libano sulle telefonate tramite Whatsapp e internet.”Il popolo non pagherà una sola sterlina libanese per (comunicare sulla) piattaforma su cui insulta i politici”, ha detto.

    Anche il cantante libanese Ragheb Alama, famoso in tutto il paese, ha rilasciato un commento provocatorio nei confronti del governo, invitandolo a “far pagare una tassa sull’aria inquinata che respira la gente”.

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